Relazione della Dia: droga business principale, cresce uso nuove tecnologie
Pubblicata la relazione sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia nel primo semestre del 2023, presentata dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, e relativa all'analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso. L'analisi degli elementi info-investigativi estratti dal patrimonio informativo della Dia "restituisce uno scenario della criminalità organizzata italiana che conferma come le organizzazioni mafiose, da tempo avviate ad un processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti socio-economici ed alla vantaggiosa penetrazione dei settori imprenditoriali, abbiano implementato le capacità relazionali - si legge - sostituendo l'uso della violenza, sempre più residuale ma mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive". Lo dimostrano, da un lato, le numerose indagini di contrasto condotte nell'ambito dell'accaparramento da parte dei sodalizi mafiosi di appalti e servizi pubblici e, dall'altro, gli omicidi commessi in contesti di mafia, soprattutto nel territorio campano e pugliese, e i sequestri di armi effettuati anche in questo semestre. "In questo contesto, l'uso della tecnologia assume un ruolo determinante per l'attività illecita delle organizzazioni criminali - sostiene la Dia -, che con sempre maggiore frequenza utilizzano i sistemi di comunicazione crittografata, le molteplici applicazioni di messaggistica istantanea e i social". Dagli esiti delle indagini concluse nel semestre emerge come "la principale fonte di redditività dei cartelli criminali, al livello transnazionale, continui comunque ad essere il traffico di sostanze stupefacenti", a volte gestito mediante nuovi modelli organizzativi capaci di sfruttare il web soprattutto nella fase dello smercio. Questo aspetto di "internazionalizzazione" "si manifesta a tutti i livelli", anche nell'attività di cessione al minuto, in qualche caso demandata a manovalanza straniera per compiti meramente esecutivi.
A livello strategico, questa propensione internazionale dei sodalizi "si estrinseca con la capacità di stringere rapporti con i maggiori narcotrafficanti stranieri per attivare nuovi canali di approvvigionamento dei carichi di stupefacenti". "Significativi" anche i segnali dell'inserimento delle consorterie nella gestione degli enti pubblici che altera il buon andamento della pubblica amministrazione. Al riguardo, secondo gli investigatori, non sono mancati, sebbene limitati a precise aree del Meridione, anche nel semestre in esame, i provvedimenti di scioglimento per infiltrazione mafiosa di tre amministrazioni comunali in Sicilia, due in Calabria e una in Puglia, "a dimostrazione di come sia ancora il contesto territoriale del Meridione ad essere maggiormente permeabile".