Migranti, permessi facili a Ragusa: 36 persone coinvolte nell'inchiesta
Ci sono 36 persone coinvolte nella inchiesta condotta dalla polizia di Stato a Ragusa e che ieri ha portato alla applicazione di 6 misure cautelari richieste dalla procura e disposte dal gip di Ragusa: 3 arresti domiciliari, un obbligo di dimora a Ragusa e due sospensioni dal servizio per altrettanti dipendenti comunali. Il Comune di Ragusa preannuncia di valutare l'eventuale costituzione di parte civile. I destinatari di misure sono 5 italiani, (tra di essi, 2 donne) e un uomo di origini tunisine. Le ipotesi di accusa formulate dalla procura di Ragusa sono favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, falso in atto pubblico, produzione di documenti falsi per il rilascio di permessi di soggiorno, e corruzione. L'indagine si sarebbe chiusa nel 2022. Tutto sarebbe gravitato attorno ad un agenzia di disbrigo pratiche. I clienti, quasi esclusivamente di origine tunisina, ottenevano dalla agenzia o da persone di fiducia un indirizzo di residenza in una casa (fra una decina nella disponibilita'), presso la quale venivano accompagnati in attesa dei controlli - preannunciati - che i dipendenti comunali erano chiamati a effettuare per 'attestare' l'effettiva residenza delle persone in questione. In questo frangente si innescherebbero le ipotesi di corruzione, poche decine di euro per "accelerare" i favorire le procedure dei controlli sulle residenze. Contratti regolarmente registrati - a quanto pare - per le abitazioni che venivano messe a disposizione di chi, per un permesso di soggiorno avrva necessita' di un vertificato che attestasse una residenza. Ma si trattava, secondo le indagini, di una residenza fittizia. Nei prossimi giorni saranno fissati gli interrogatori di garanzia.