Il Palio dell'Ascensione a Floridia, la comparsa dei fantini locali nell'immediato dopo Guerra
I libri Decurionali oggi conservati nella Biblioteca comunale di Floridia e gli Acta delle Universitates di Siracusa attestano che, anche successivamente alla fondazione del borgo, avvenuta con la concessione della Licentia populandi il 31 marzo 1626, corse di cavalli si svolgevano a Floridia con consuetudine. La particolarità di queste corse era che i cavalli venivano lanciati al galoppo berberi, ovvero senza cavalieri, dalla parte bassa del Corso sino a giungere all’altezza di via Roma, dove venivano parati con canovacci e sacchi di iuta. Il tragitto del Corso divenne, successivamente, il percorso storico del Palio ippico dell’Ascensione nel corso dei secoli, fatta salva qualche modifica subentrata in seguito con l’introduzione della monta da parte dei fantini e con il prolungamento del percorso sino alla parte alta del Corso Vittorio Emanuele.
Nel 1760 il duca di Floridia don Vincenzo Migliaccio-Bonanno, chiese al Senato siracusano ed al Re, l’autorizzazione a poter svolgere una fiera nei giorni della «festa dell’Ascensione», da «tenersi dal 16 al 24 maggio», come apprendiamo dagli Acta del Senato Siracusano conservati nell’Archivio di Stato di Siracusa. Nel testo della Deliberazione Decurionale dell’11 aprile 1856 leggiamo: «[L’Ascensione] è l’unica festa Patria del paese che si celebra sin dal nascere dello stesso, al quale reca gran commercio ed altro bene, coincidendovi anche il mercato». Originariamente, erano i cavalli mezzosangue i protagonisti della corsa dei cavalli dell’Ascensione, almeno sino alla prima metà degli anni sessanta, quando le prime ‘scuderie’ cominciarono a introdurre i purosangue nella corsa e a ingaggiare fantini professionisti. Le fonti attestano che la corsa dei cavalli, almeno sino agli anni cinquanta, ruotava attorno al mondo dei carrettieri e delle ‘carretterie’. Erano i carrettieri che si improvvisavano ‘cavalieri’ montando i loro mezzosangue nella corsa dell’Ascensione dopo averli ‘spaiati’ al rientro da una giornata di duro lavoro nelle campagne. La ‘carretteria’ svolgeva le funzioni di una vera e propria scuderia provvedendo a un rudimentale allenamento del cavallo che consisteva essenzialmente in un regime alimentare più sostanzioso e in una cura particolare di zampe e zoccoli. Negli anni trenta, cavalli mezzosangue appartenevano alle ‘carretterie’ di Parrucchianu (Tartaglia), Diddira (Pappalardo), Testirossu (Vasile). Successivamente, nel dopo guerra, cominciano a comparire i primi fantini locali: Turi ‘u checcu, Nanninu Filicedda, Paulu ‘u bacchiu. Il mercato era stato istituito nel 1829 in seguito a richiesta avanzata al signor Intendente il 5 giugno 1828. Nel maggio del 1856, nello ‘stato discusso’ (attuale rendiconto finanziario comunale) che si predisponeva annualmente, venivano assegnate 60 once per la celebrazione della festività dell’Ascensione, delle quali 30 venivano impegnate per la banda, per le corse dei cavalli per l’addobbo e l’illuminazione della chiesa e della strada e i fuochi d’artificio; mentre altre 30 andavano impegnate per opere di carità a favore di persone bisognose. Inoltre, si provvedeva a istituire una Commissione per la raccolta di offerte volontarie dei cittadini. La centralità del cavallo, entro tale dimensione sociale, esprime non solo un retaggio culturale e antropologico, ma anche concreti riferimenti alla dimensione economica della comunità. Cavalli, carrettieri e carradori, a Floridia, per oltre due secoli, hanno rappresentato uno dei net-work più importanti per la vita economica e sociale. (2 continua)
Salvo Sequenzia