Si torna a sparare a Vittoria, Sallemi chiede l'intervento dell'Antimafia
''Qualche settimana addietro un omicidio efferato e ieri, 25 aprile, un tentato omicidio che aveva come bersaglio un uomo già appartenente al clan Dominante-Carbonaro e tratto in arresto nell'ambito dell'operazione Squalo del 1994. Una sequenza che inquieta la cittadinanza e occorre fare piena luce. Ringrazio tutte le forze di polizia del territorio per il loro impegno costante e indefesso e sono convinto che riusciranno a sviscerare moventi e contesto dell'accaduto. Tutte le istituzioni debbono dare segnali di attenzione e vicinanza a Vittoria, una città che ha già pagato tantissimo le guerre di mafia tra gli anni Ottanta e Novanta. Porterò all'attenzione della Commissione Nazionale Antimafia quanto sta accadendo in città e ho già chiesto al Presidente Chiara Colosimo una visita a Vittoria per fare il punto su un quadro complesso. Vittoria ha gli anticorpi per respingere la recrudescenza mafiosa e in questo percorso occorre la vicinanza e l'impegno di tutti gli attori istituzionali''. Lo dichiara il senatore Salvo Sallemi di Fratelli d'Italia, componente della Commissione Nazionale Antimafia.
Sull'agguato di Vittoria interviene anche la Cgil. "A poche settimane dell'omicidio di un giovane - afferma il segretario generale di Ragusa, Peppe Scifo - torna la preoccupazione e tornano i ricordi tragici di passate stagioni quando gli omicidi e le guerre tra clan erano frequenti. Vittoria è da sempre una città difficile, aggredita dalle mafie e dalla criminalità organizzata con la droga, il racket e l'imposizione mafiosa di servizi nel mondo dell'economia “legale”. Il ferimento di Roberto Di Martino a seguito di un attentato con colpi di arma da fuoco è un segnale preoccupante per la Citta di Vittoria. occorre tenere alta la guardia a tutti i livelli, La CGIL è a fianco delle Istituzioni in questa battaglia, affinché possa esserci ribellione e resistenza concreta contro le mafie, perché insieme all' azione repressiva delle forze dell'ordine serve alzare il livello di coscienza della società nel suo complesso. E occorre soprattutto che nell'apparato economico e imprenditoriale si innalzi al massimo la guardia, elevando argini affinché le parti sane non si mischino con le imprese mafiose anche se " pulite" all'apparenza”.