Migranti, fermo Geo Barents: "Accanimento contro Ong"
Medici senza frontiere ricorre al tribunale civile di Massa contro il fermo amministrativo di 20 giorni disposto giovedi' dalle autorita' italiane per la Geo Barents, nave di ricerca e soccorso della ong, per il presunto mancato rispetto delle istruzioni della Guardia costiera libica durante l'operazione di soccorso di sabato e perche' avrebbe messo in pericolo la vita delle persone soccorse. L'accusa e' di aver impedito lo scorso 16 marzo il soccorso della Guardia costiera libica "che in realta' - replica Msf - ha effettuato manovre che hanno messo in pericolo la vita delle persone. Un episodio che avevamo denunciato con le immagini messe a disposizione da Sea Bird 2 e le nostre riprese".
Racconta ancora Msf: "Mentre soccorrevamo 146 persone, un pattugliatore della Guardia costiera libica donato dall'Italia un anno fa, ha bloccato le operazioni di soccorso mettendo in pericolo le persone sul barchino e minacciando il personale Msf. Vediamo un accanimento contro le ong. Si vuole fermare chi al contrario degli stati costieri cerca di garantire la vita delle persone in mare e cerca di garantire missioni di ricerca e soccorso". Dice Juan Matias Gil, capomissione delle attivita' di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere: "Questo fermo amministrativo e' l'ultimo esempio dell'ipocrisia dell'Unione europea e dei suoi Stati membri, che stanno facendo di tutto per punire coloro che sono coinvolti nelle attivita' di ricerca e soccorso, mentre sono essi stessi complici dei violenti respingimenti di migliaia di persone in Libia ogni anno. Piu' volte le autorita' italiane ci hanno chiesto di coordinare i soccorsi con la guardia costiera libica, pur sapendo bene che la Libia non e' un luogo sicuro e che riportare in Libia le persone in difficolta' in mare e' un reato. Abbiamo fatto ricorso al Tribunale di Massa contro questo fermo ingiusto e che non fa altro che mettere a rischio ulteriori vite in mare".