Acate, addio a Saverio Caruso: presidente della Società Operaia più popolare di un sindaco
Se i sindaci sono popolari, specialmente nei piccoli comuni, alcuni personaggi, incredibilmente, per fama li superano. Almeno tre generazioni, infatti, hanno conosciuto ad Acate Saverio Caruso, presidente emerito della Società Operaia di Mutuo Soccorso, scomparso all’età di 89 anni dopo una vita fatta di “presenze” in tutti i campi: politica, sport, associazionismo, spettacolo e turismo. Tutti all’insegna dell’originalità e del buonumore.
Ex dipendente comunale e responsabile per tanto tempo della manutenzione del servizio idrico, è stato davvero il Saverio per antonomasia di Acate con interessi e passioni “esagerate” che hanno animato la vita del paese.
A Marina di Acate fu tra i primi, dopo il periodo delle tende in spiaggia, a costruire un’abitazione e grazie a lui negli Anni Sessanta e Settanta i residenti potevano trascorre giornate all’insegna di un semplice e sano divertimento. Gli amici ricordano ancora i suoi memorabili scherzi e le sue “improvvisate” quando camuffato si presentava nelle comitive.
La goliardia fu la sua “bandiera” e la fece sventolare anche durante i tanti carnevali che all’epoca si svolgevano nei locali cittadini oppure nelle tante gite che organizzò alla scoperta di località note o meno note della Sicilia, trainando i soci della Società Operaia o gruppi di amici.
Tifosissimo del Milan e del suo idolo Gianni Rivera, di cui portava nel portafoglio una foto che lo ritraeva con il campione, Saverio Caruso fu anche un calciatore della squadra locale. Così quando Silvio Berlusconi ne divenne il presidente, andò in sollucchero e non ci pensò due volte ad organizzare la prima sezione di Forza Italia, di cui naturalmente andò sempre fiero di essere il primo referente acatese.
Fu però la Società Operaia il luogo a cui prestò anima e corpo per circa mezzo secolo assommando un record di presidenze di cui andava fierissimo: la sua seconda casa. La sua fantasia non aveva limiti per organizzare eventi sempre nuovi e illustrare l’utilità dell’iscrizione al sodalizio: gli anniversari, le celebrazioni (perfino una di Giovanni Paolo II sul marciapiede), un presepe, eventi che raccoglievano tanti consensi, ma inevitabilmente qualche critica.
Si faceva apprezzare per il gusto della battuta e la sua originalità anche dalle Autorità costituite, con le quali nei panni di piacevole anfitrione, pranzava nella sua casa di campagna: vescovi, magistrati, rappresentanti provinciali delle forze dell’ordine, erano tutti suoi amici.
Con la sua morte si chiude veramente un’epoca, quella di Saverio “Scacciatedda”, soprannome della sua famiglia del quale era orgoglioso, che oggi lo piange assieme soprattutto alla “vecchia Acate”.
I funerali si svolgeranno martedì, alle ore 16, nella Chiesa Madre.