La Scuola dei Popoli di Acate, una realtà in crescita nel nome di Daouda
E’ già trascorso quasi un mese dall’avvio della Scuola dei Popoli ad Acate sull’iniziativa della Cgil ed è già un successo di adesioni. La Cgil, insieme alla FLAI Cgil, sindacato dei braccianti e la FLC Cgil, sindacato scuola, a livello regionale hanno promosso questa iniziativa, che è già una realtà avviata in diverse regioni, per dare un supporto concreto ai braccianti stranieri grazie al contributo delle lavoratrici e dei lavoratori della conoscenza. La scuola è rivolta agli stranieri che vivono ad Acate dove si svolge il corso di prima alfabetizzazione della lingua italiana. Un’iniziativa nata dalle attività di sindacato di strada portato avanti dalla Flai Cgil che ha raccolto la richiesta dei braccianti di voler imparare la lingua italiana come principale ed indispensabile strumento per acquisire diritti di cittadinanza a partire dal lavoro regolare e dignitoso in un contesto di grandi criticità.
Acate, ma più in generale la Provincia di Ragusa, è il territorio dove da più di due anni non si hanno notizie di Daouda Diane, senza alcuno sviluppo concreto nelle indagini della Procura. Una scomparsa avvenuta, molto probabilmente, in un contesto di rivendicazioni e denuncia sulle condizioni di lavoro sfruttato e senza alcuna sicurezza. La Scuola dei Popoli, sostenuta anche dall’Amministrazione Comunale di Acate, nasce da questa idea di giustizia sociale rivolta ai più deboli, a chi fa fatica ad inserirsi nel riconoscimento dei diritti di cittadinanza, per costruire insieme legami umani e relazioni di comunità solidali a prescindere dal colore della pelle.” Ad oggi più di cento lavoratori hanno fatto richiesta di iscrizione e questo significa che è forte la loro volontà di inserirsi nel contesto sociale, non solo lavorativo, affinché la loro presenza possa finalmente essere considerata ricchezza umana e colcosiane di crescita. La Scuola dei Popoli svolge l’attività nei locali del Castello dei Principi di Biscari ed è portata avanti da volontari che fin da subito si sono messi a disposizione nella piena condivisione della necessità di dover creare legami e sostenere dal basso l’integrazione come processo di reciprocità.