Cassazione, ok a ricorso eredi Maradona su presunta evasione
Uno dei suoi legali non ha dubbi: "la Cassazione ha dato ragione a Maradona, sancisce che non è stato un evasore fiscale cassando la precedente decisione e pronunciandosi in suo favore a dispetto di ben tre dinieghi che lo vedevano soccombente".
A tre anni dalla morte del campione argentino i giudici della Suprema Corte hanno accolto il ricorso dei suoi eredi contro una presunta evasione fiscale di circa 37 milioni di euro.
Al centro della vicenda i compensi versati nella seconda metà degli anni Ottanta dal Napoli a Maradona, morto il 25 novembre 2020: nei pagamenti dei diritti di immagine su conti esteri (in Liechtenstein) da parte di due società straniere si configurò - secondo l'ipotesi contestata - un'evasione fiscale, all'epoca di 40 miliardi di lire, poi lievitata negli anni a 37 milioni di euro, più di metà dei quali in interessi di mora. La sezione tributaria della Cassazione (presidente Roberta Crucitti) ha ora accolto il ricorso discusso dall'avvocato Massimo Garzilli, che rappresenta gli eredi di Diego Armando Maradona con l'avvocato Angelo Pisani, rimandando tutto alla commissione tributaria della Campania, che dovrà ora esprimersi nuovamente sulla vicenda.
A un certo punto della vicenda i legali di Maradona invocarono l'autotutela, chiedendo che fosse esteso anche a lui il condono di cui, per la stessa vicenda, aveva beneficiato il Napoli. L'accertamento fiscale era stato infatti annullato dalla giustizia italiana con un ricorso della Società Sportiva Calcio Napoli a guida Corrado Ferlaino la quale aderì cautelativamente anche a un condono per evitare ogni futuro equivoco. Le commissioni tributarie provinciale e regionale rigettarono però i ricorsi dei rappresentanti di Maradona. La vicenda approdò in Cassazione e l'11 marzo 2021, la Suprema Corte stabilì che il calciatore argentino avrebbe potuto beneficiare del condono e i giudici di merito avrebbero dovuto valutare la sua posizione tributaria solo per il debito eventualmente residuo nei confronti dell'Agenzia delle Entrate. Come è stato confermato ora con l'ultimo pronunciamento Secondo l'avvocato Angelo Pisani, storico difensore di Maradona al 2010, "la vicenda si può ritenere chiusa in quanto dai calcoli Maradona non deve nulla al Fisco italiano, ogni operazione anche matematica oltre che di logica e giustizia porta a zero. La questione poteva essere risolta già con l'istanza di autotutela che presentammo nel 2009. Una richiesta depositata in occasione del ritorno in Italia di Maradona a Napoli, dove lo scortavamo per evitargli altri pignoramenti, e invece rigettata dall'Agenzia delle Entrate e mai rivalutata da altri giudici". Pisani chiosa: "Chi risarcirà ora tutti i danni personali, patrimoniali e all'immagine, oltre alla storia e ai valori dello sport subiti per trent'anni da Maradona?".