Augusta, 'falso complotto Eni': a giudizio Piero Amara più 11 imputati
L'ex legale esterno di Eni, Piero Amara, edi Augusta, è stato rinviato a giudizio assieme ad altre 11 persone, fra cui avvocati ed ex dirigenti del colosso energetico, nell'inchiesta per il 'falso complotto Eni'. È la decisione del gup di Milano, Cristian Mariani, che ha letto il dispositivo questa mattina nell'aula della Corte d'assise d'appello di Milano. Le accuse sono a vario titolo di associazione a delinquere, calunnia, diffamazione, intralcio alla giustizia, induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, false dichiarazioni al pm, favoreggiamento. Altri filoni separati sono nati per truffa, frode in commercio di petrolio, riciclaggio e corruzione tra privati con il coinvolgimento di 3 società petrolifere italiane ed emiratine.Secondo i pubblici ministeri Stefano Civardi e Monia Di Marco, coordinati dall'aggiunta Laura Pedio, a capo dell'organizzazione ci sarebbero stati lo stesso Amara, l'ex dirigente Eni e grande accusatore del cane a sei zampe nel processo per la maxitangente nigeriana, Vincenzo Armanna, l'ex Direttore affari legali di Eni Massimo Mantovani e l'ex manager Antonio Vella. Avrebbero complottato per creare 'inchieste-specchio' nelle Procure di Trani e Siracusa, attraverso esposti anonimi, con l'obiettivo di acquisire informazioni e inquinare le prove dei processi 'Eni-Nigeria' e 'Eni-Algeria in corso a Milano per corruzione internazionale, entrambi finiti con assoluzioni. L'inizio del processo 'falso complotto' è fissato per il 22 febbraio 2024 alle 9.30 davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Milano. La Corte di Cassazione deve ancora decidere se si celebrerà a Milano o in alternativa a Brescia, Roma o Potenza. L'udienza è fissata per il 14 febbraio.
Oltre ad Amara, Armanna, Mantovani e Vella, gli imputati sono Michele Bianco, Giuseppe Calafiore, Alessandro Ferraro, Massimo Gaboardi, Vincenzo Larocca, Giuseppe Lipera, Francesco Mazzaggatti e la Napag Italia srl in liquidazione. In dettaglio, le accuse riguardano quando accaduto dal 2014 in poi, quando venne aperta dalla Procura di Milano l'indagine contro Eni con l'accusa di aver versato la maxitangente 'nigeriana' da un miliardo per acquisire il giacimento petrolifero Opl245. La rete di 'Amara' si sarebbe mossa per creare due procedimenti 'paralleli' a Siracusa nei quali si ipotizzava l'esistenza di un complotto ai danni dell'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Le informazioni venivano passate alla stampa 'strumentalizzando' il caso. I testimoni e alcuni avvocati dei processi Eni vengono accusati di mentire o di 'orchestrare' dichiarazioni e strategie difensive per far cadere le accuse contro la società di San Donato anche in danno dei propri assistiti.In particolare, a venire screditati sono stati gli ex consiglieri indipendenti di Eni, Luigi Zingales e Karina Litvak, causandone l'estromissione dagli organi societari e additandoli come le 'menti' del complotto anti-Descalzi. Amara e Armanna sarebbero stati retribuiti da Vella e Mantovani con bonifici inviati dalle controllata londinese Eni Trading & Shipping (ETS) e dalla 'filiale' Nigerian Agip Oil Company (Naoc) verso le società Napag Italia (con filiale a Dubai) e Fenog Nigeria, facendole iscrivere fra i fornitori del Gruppo. I finanziamenti sarebbero serviti a dissimulare l'acquisto di un impianto petrolchimico in Iran da 25,8 milioni di euro attraverso un vorticoso giro di bonifici su conti italiani ed esteri, e la cessione di quote societarie, retrocedo in seguito il denaro con una maggiorazione. Il gup di Milano ha emesso nei confronti di ETS sentenza di patteggiamento, condannandola alla sanzione di 258mila euro e alla confisca di 963mila euro. Nel processo si sono costituite come parti civili Claudio Descalzi, l'avvocato Luca Santa Maria, Claudio Granata, Massimo Insulla, Lorenzo Fiorillo, Pietro Varone, il Ministero della Giustizia e la Presidenza del Consiglio. Eni è contemporaneamente parte civile per alcuni fatti e responsabile civile per altri.