Modica, Carabinieri e Casa Don Puglisi per crescere nella legalità
Una relazione molto bella quella che si va consolidando tra la Compagnia Carabinieri di Modica e la Casa don Puglisi, che accoglie donne e figli in momenti di gravi difficoltà, per cammini di ripartenza nella vita. Un’amicizia sociale, la definirebbe papa Francesco, cioè una relazione in cui stima e cordialità accrescono la qualità del tessuto sociale. Così è stato bello ritrovarsi in un momento corale, presieduto dal vescovo di Noto Mons. Salvatore Rumeo e con la partecipazione dei vari rappresentati istituzionali e di tanta gente, per il 30° anniversario del martirio di don Pino Puglisi. Ricordando come il suo impegno evangelico per la solidarietà e la legalità, che sottraeva alla mafia i bambini aiutati nel Centro Padre Nostro, lo portò a dare liberamente e consapevolmente la vita, lasciando l’esempio di “un amore che va fino in fondo” che si rinnova nella Casa con il suo impegno di cura educativa, come pure nell’impegno delle forze dell’ordine per salvaguardare sicurezza e attenzione al bene comune. In tale contesto si sono susseguiti tra novembre ed il mese in corso altri appuntamenti altrettanto significativi nel momento in cui – per quel che accade spesso agli adolescenti nella crescita – la Casa ha potuto contare sulla capacità educativa dei Carabinieri. Lo scopo degli incontri, che hanno suscitato nei ragazzi della Casa grande entusiasmo e partecipazione, è stato quello di educare gli stessi all’esercizio della democrazia, nei limiti e nel rispetto dei diritti inviolabili, dei doveri inderogabili e delle regole comuni condivise, quali membri della società civile, promuovendo al tempo stesso nei giovani la consapevolezza dei valori fondanti e dei princìpi ispiratori della Costituzione italiana per l’esercizio di una cittadinanza attiva a tutti i livelli del sistema sociale. In particolare sono stati toccati i temi dell’educazione alla legalità, del bullismo e cyberbullismo, degli “interessi diffusi” della collettività, della sicurezza stradale, delle sostanze stupefacenti, dell’alcool, del corretto utilizzo di internet e dei social, oltre a tanti esempi pratici di vita quotidiana. «Ringraziamo di cuore il Maggiore Francesco Zangla e tutta l’Arma dei Carabinieri – scrive il direttore della Casa don Puglisi, Maurilio Assenza – per la sapienza di un intervento che ha aiutato i nostri adolescenti a cogliere il limite tra trasgressione e illegalità, con le conseguenze che superare tale limite comporta, valorizzando gli elementi di consapevolezza maturati dai ragazzi con dialogo volto a sottolineare il positivo. Per educare, come i grandi testimoni ci insegnano (da don Bosco a don Puglisi) anzitutto con il cuore. Come diceva don Pino, “Dio ama sempre tramite qualcuno!”: ed ecco, allora, che Costituzione e Vangelo si incontrano in interventi così belli, competenti e affabili al tempo stesso, e in alleanze che pensano al bene delle nuove generazioni». Ancora una volta è stata raggiunta la mission istituzionale che non è soltanto quella di sviluppare una cultura della legalità nei ragazzi, ma soprattutto quella di consentire loro di iniziare a prendere confidenza con le istituzioni e, nello specifico, con il delicato ruolo di operatore sociale svolto nella quotidianità dal “Carabiniere”.