Soldi alle famiglie in un liceo di Siracusa, la replica della preside dell'Einaudi
Dichiarazione della Dirigente Scolastica dell'Istituto Istruzione Superiore "Luigi Einaudi" di Siracusa, prof.ssa Teresella Celesti (nella foto):
"In riferimento alla vicenda del contributo richiesto alle famiglie, su delibera del Consiglio d' Istituto, atteso che è intenzione di questa Dirigenza, e d'intesa col Consiglio stesso, porre fine a una querelle che per contenuto e stile è estranea alla scuola, si comunica che è stata modificata la delibera, cancellato il discusso aggettivo " obbligatorio".
Sì coglie l' occasione per ricordare che toccherebbe proprio ai parlamentari la legittimazione degli Organi Collegiali della scuola, che in sede opportuna avrebbero potuto trattare l' argomento senza tanto clamore".
Sulla vicenda è stata presentata un'interrogazione parlamentare di Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra.
L'INTERVENTO DI ANGELO GRECO SEGRETARIO PROVINCIALE DEI GIOVANI DEMOCRATICI DI SIRACUSA
Come tutta l’opinione pubblica, ho appreso di questa interrogazione che l’On. Piccolotti presenterà al Ministro per l’Istruzione, riguardante il contributo obbligatorio che l’Istituto Einaudi richiede alle famiglie delle studentesse e studenti, quale finanziamento per alcune attività.
E’ evidente che l’interrogazione che si appresterà a presentare l’On. Piccolotti, non solo è puntuale ma fa emergere una pratica intollerabile per una scuola pubblica che deve quindi garantire il diritto allo studio e l’accesso a tutti gli strumenti scolastici curriculari, universalmente e gratuitamente. Ciò che può fare una scuola è quello di ampliare l’offerta extracurriculare, proponendo (non obbligando) un contributo economico alle studentesse, studenti e alle loro famiglie, allorquando non intervengano progetti finanziati dalla finanza pubblica, sia essa provinciale, regionale, statale o tramite fondi UE.
Preso atto che in tempi come quelli che viviamo attualmente, con l’inflazione galoppante, con alti tassi di povertà e con lavori sempre meno sicuri, sarebbe meschino garantire il servizio di registro elettronico solamente alle famiglie che se lo possono permettere, alimentando e acuendo la forbice delle disuguaglianze tra chi ha meno e chi invece ha di più.
Probabilmente la Dirigente Celesti è convinta di gestire una impresa privata, anziché una scuola, dove i servizi vengono garantiti solo al pagamento di una quota da sottoscrivere a tutti i fruitori. Ma se è vero, come è vero, che il governo destina pochi fondi alla scuola, penalizzando quindi un diritto universale e fondamentale come l’istruzione pubblica, voglio ricordare che è il sistema scolastico italiano che garantisce ( o dovrebbe garantire) la formazione e l’istruzione curriculari delle studentesse e studenti, in maniera gratuita. Spetta allora ai governi regionali e nazionali aumentare le risorse destinate alla scuola, non se ne devono fare carico le famiglie.
Invito quindi la dirigente e tutto il consiglio di istituto a ritornare sui loro passi, modificando la decisione e garantendo tutte quelle conquiste che, nella storia della nostra Repubblica, le studentesse e studenti hanno conquistato.