Revenge porn, condannato in Texas a risarcire la ex con 1,2 miliardi di dollari
Una donna del Texas è stata risarcita con 1,2 miliardi di dollari la scorsa settimana dopo aver citato in giudizio il suo ex fidanzato “accusato d’aver inviato immagini intime di lei alla sua famiglia, agli amici e ai colleghi da falsi account online”.
Nel dare la notizia, il New York Times scrive che D.L. – queste le iniziali della vittima – ha citato in giudizio il suo ex fidanzato, Marques Jamal Jackson, per “abuso psicologico e sessuale” dopo che ha diffuso delle foto e dei video sessualmente espliciti condividendoli senza il suo consenso. Il reato è quello di “revenge porn”, un crimine – osserva il Guardian di Londra – in vigore in Texas dal 2015, che se ritenuto fondato da un tribunale è punibile fino a un anno di carcere e una multa di 4.000 dollari.
Quarantotto stati, insieme a Washington DC, hanno delle leggi simili contro il revenge porn, ma non è certo né chiaro “quanto esse vengano applicate fino in fondo”, osserva il quotidiano. Secondo quanto è stato accertato, la coppia ha iniziato a frequentarsi nel 2016 e ha cominciato a convivere a Chicago all'inizio del 2020 quando poi è intervenuta una "rottura lunga e prolungata", precisano i media nel descrivere i contenuti della denuncia della donna.
DL si è quindi trasferita temporaneamente a casa di sua madre in Texas e Jackson ha iniziato a spiarla con ogni mezzo. Nel 2021 la relazione si è ufficialmente interrotta e la donna ha vietato all’ex fidanzato ogni accesso a qualsiasi materiale intimo di quando erano in coppia.
Divieto che non è stato rispettato tanto che Jackson ha distribuito le immagini su siti, social media e su un sito pornografico, creando anche “false pagine di social media e account di posta elettronica per condividere il materiale con la sua famiglia, amici e colleghi, anche inviando loro un collegamento alla cartella Dropbox”, come si evince dalla denuncia.
Ma non è tutto: Jackson ha anche utilizzato il conto bancario personale di DL per pagare l'affitto, l'ha molestata con chiamate e messaggi di testo da numeri mascherati e cercando anche di estorcere un prestito dalla banca di DL. “Passerai il resto della tua vita cercando e fallendo di cancellarti da Internet", ha minacciato l’ex fidanzato una volta che la causa ai suoi danni è stata avviata.
In tribunale, lo scorso mercoledì, Jackson non s’è nemmeno presentato, ma la giuria di Huston ha emesso la sentenza ugualmente ingiungendogli di pagare 200 milioni dollari “per lo stress mentale”, passato e futuro, procurato a DL e 1 miliardo per sanzioni varie.
Brad Gilde, l’avvocato della donna, non s’aspettava affatto una simile sentenza dall’importo così rilevante e neppure ritiene che la cifra verrà corrisposta nella sua interezza, ma si è augurato che essa possa servire “da deterrente” per arginare le molestie e ridurne i casi.
“Il messaggio della giuria è chiaro: se ti prefiggi di rovinare qualcuno emotivamente per il resto della sua vita dovrai fare i conti con un giudizio che ti rovinerà finanziariamente per il resto della tua", ha dichiarato l’avvocato Gilde. Una sentenza esemplare.