Amministrative ad Acate, quattro candidati in corsa per la poltrona di sindaco
Una poltrona per quattro aspiranti primi cittadini e undici “poltroncine” nel Consiglio comunale per i sessantaquattro candidati a loro sostegno. A due mesi dalle amministrative, ad Acate l’unico comune della provincia di Ragusa, dove si voterà con il sistema maggioritario, i numeri sono questi e i giochi sembrano fatti.
Si ricandida il sindaco uscente Giovanni Di Natale, medico; scende in campo per la prima volta l’avvocato Gianfranco Fidone; e si ripropongono, ancora una volta, due ex amministratori: Giovanni Caruso, medico in pensione al timone della città negli Anni Novanta ed eletto nel 2003 e nel 2008, e Franco Raffo, già dirigente scolastico, che governò alla fine degli Anni Ottanta e che tornò a presiedere la Giunta dell’antica Biscari nel 2013.
Gli slogan che hanno scelto parlano da soli: Di Natale ( “Acate rinasce”), Fidone ( “Acate punto a capo”), Caruso (“Una vita al servizio di Acate”), Raffo ( “Rendiamo Acate mitica!”).
Gianfranco Fidone ha già presentato alcuni dei suoi consiglieri e parte della squadra assessoriale nel suo primo comizio, gli altri suoi competitor lo faranno quanto prima.
C’è molta curiosità per conoscere la composizione definitiva delle liste a sostegno, che i quattro stanno definendo con impegno e attenzione valutando tante variabili allo scopo di renderle quanto più possibili forti e trainanti.
Quella del 28 e 29 maggio sarà la consultazione delle liste civiche, delle associazioni e dei movimenti culturali in esse presenti e non dei partiti tradizionali, o di quello che rimane, che non sono presenti nei contrassegni, ma che attraverso alcuni autorevoli esponenti hanno dichiarato quale candidato a sindaco appoggiare.
Ed intanto mentre la campagna elettorale è già partita, con il tradizionale porta a porta o con i post su social, parallelamente ha avuto inizio, sempre sugli stessi canali, una satira pungente ma simpatica, che ha indubbiamente il merito di svelenire i toni del confronto politico, talora troppo accesi. Chapeau.