Picchiati ad Avola per futili motivi, 2 arresti: uno è genero del boss Crapula
I carabinieri della Compagnia di Noto hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini, Francesco e Salvatore Giamblanco, rispettivamente di 35 e 44 anni, responsabili - secondo i carabinieri -di una grave aggressione avvenuta lo scorso 17 ottobre in pieno giorno nel centro cittadino di Avola, nel Siracusano.
Vittima, F.A., 41enne, operaio agricolo, che avrebbe subito un agguato secondo gli investigatori caratterizzato da "estrema violenza e brutalità".
Picchiato alla presenza di numerosi testimoni per futili motivi. Secondo i carabinieri i due, parenti del boss mafioso Michele Crapula di Avola (ma il pezzo da Novanta pare fosse all'oscuro della vicenda) hanno avvicinato la vittima "con l'inganno, fingendo cordialità, e lo hanno percosso ripetutamente anche mentre era a terra gravemente ferito". I carabinieri della Compagnia di Noto hanno visionato il filmato di un impianto di video sorveglianza della zona che hanno confermato quanto denunciato della vittima.
Stamane i fratelli Giamblanco, assistiti dall'avvocato Nino Campisi, sono stati sottoposti a interrogatorio di garanzia. Al magistrato avrebbero raccontato un'altra storia e di mezzo ci sarebbe una vicenda tra due fidanzatini e l'amore contrastato dalla famiglia di quello che oggi risulta vittima dell'aggressione. La ragazzina avrebbe avuto una relazione con il figlio dell'aggredito. Storia. d'amore poi finita, come spesso accade tra minorenni. Le attenzioni della ragazza, figlia di un carabiniere, poi sarebbero ricadute su un 18enne. Da lì sarebbe cominciato l'inferno, con minacce e atti persecutori da parte dei parenti dell'operaio nei confronti della famiglia di lei e del diciottenne. Poi l'incontro chiarificatore in via Siracusa culminato con l'aggressione. Uno dei due Gimblanco ha detto al giudice di avere temuto che l'operaio agricolo fosse armato. Da lì la reazione. L'avvocato dei due arrestati, Nino Campisi, puntualizza che Michele Crapula non c'entra nulla in questa brutta storia. E' soltanto il suocero di Francesco Giamblanco, un dei due arrestati. Ma i fatti non possono essere collegati in alcun modo. Il legale ricorrerà al Tribunale del Riesame per i suoi assistiti.