Nuova tangenziale di Catania, tre ipotesi suggerite da Ance e Confindustria
Avviare il tanto atteso sviluppo della città di Catania, attraverso interventi concreti che possano migliorare la qualità di vita e dare nuovo slancio all’economia. Concetto ben chiaro ad Ance e Confindustria Catania, che hanno individuato nella Tangenziale di Catania e nelle sue criticità, uno dei nodi da sciogliere per il bene della Sicilia e del capoluogo etneo. I risultati, frutto di uno studio avviato nel 2003 da Ance Catania – su iniziativa del past president Andrea Vecchio – sono stati raccolti e presentati alle autorità competenti.
Il documento – recapitato alla Regione Siciliana, all’Anas, all’Assessorato regionale delle Infrastrutture e Mobilità, al Commissario della Città metropolitana e a quello di Catania – è una sintesi delle analisi di Rosario Faraci (professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese UniCT), Paolo La Greca (ordinario di Pianificazione Urbanistica e Territoriale UniCT) e Francesco Russo (ordinario di Trasporti dell’Università di Reggio Calabria). Uno studio da cui emerge la mappatura del flusso di veicoli che percorrono l’arteria quotidianamente, con conseguente aumento di congestione del traffico, inquinamento, disagi per cittadini e perdita in termini economici. Da qui la necessità di trovare soluzioni alternative alla realizzazione di una terza corsia, che comporterebbe ulteriori ostacoli e pochi vantaggi: tre sono quelle individuate da Ance e Confindustria, che ruotano su un nuovo tracciato pedemontano che possa alleggerire il carico sulla Tangenziale, abbracciando i Paesi ai piedi dell’Etna e contribuendo a una mobilità ecosostenibile, affiancando un’azione di rigenerazione urbana da sviluppare nei territori attraversati.