Non fu morte naturale, scoperto dalla Procura di Siracusa omicidio del 2018
Archiviato come morte naturale, tre anni dopo la Procura di Siracusa riapre il caso, ritenendo che un settantenne sia stato ucciso da qualcuno che avrebbe così ereditato i beni della vittima. Che si sia trattato di omicidio è convinto il sostituto procuratore Gaetano Bono che, assieme alla collega Francesca Eva, coordina le indagini dei carabinieri. Sull'inchiesta il procuratore capo Sabrina Gambino ha alzato un muro impenetrabile di riservatezza imposto dal segreto istruttorio e dal momento delicato per gli accertamenti in corso, ma i magistrati starebbero valutando l'ipotesi di passare da fascicolo aperto contro ignoti all'iscrizione di un indagato nel registro reati. Questa la storia, che parte nel dicembre del 2018: Luigi Montagno, allevatore di bestiame, settantenne, celibe e senza figli, viene trovato morto nel suo letto a Francofonte, nel Siracusano. I sanitari del 118 avevano constatato il decesso per arresto cardiocircolatorio e la vicenda sembrava definitivamente chiusa. L'uomo, che aveva dedicato la sua vita al lavoro, era proprietario di terreni ed allevatore di bestiame. Nel corso degli anni era riuscito a mettere da parte un'ingente patrimonio, tra liquidità e beni immobili. I carabinieri non si sbilanciano, ma è nel denaro e negli interessi economici che si potrebbe nasconde il movente dell'omicidio, troppo frettolosamente passato per morte naturale. A far riaprire le indagini del 'Cold case' siracusano sono state le denunce presentate da alcuni parenti della vittima, che hanno fornito a militari dell'Arma e alla Procura di Siracusa una serie di elementi da approfondire per fare luce sulla vicenda. I carabinieri del reparto operativo di Siracusa e del nucleo operativo di Augusta hanno posto l'attenzione, in particolare, sull'incasso di due assegni, per un totale di 41mila euro, dal conto di Montagno, operazione avvenuta poco dopo la morte dell'allevatore. Ma l'elemento che ha maggiormente insospettito investigatori e magistrati è stato "la pubblicazione di un testamento olografo, di cui si sospetta fortemente l'autenticità, che consentirebbe all'unico erede nominato nel documento di acquisire l'intero patrimonio della vittima". La Procura ha quindi disposto l'estumulazione della salma per far eseguire l'autopsia "che - spiega la procuratrice Gambino - ha consentito di escludere inequivocabilmente la morte per cause naturali". Sembra che l'esame autoptico abbia chiaramente evidenziato la presenza di segni di violenza sul corpo del settantenne. L'inchiesta prosegue e non si esclude possa sfociare in un prossimo provvedimento giudiziario.