Nel Siracusano più povertà ma crescono i depositi bancari +12,7%
Anche le famiglie siracusane stanno facendo i conti con questa maledetta pandemia. E purtroppo - dichiara il presidente del Forum Provinciale delle Associazioni Familiari Salvo Sorbello - se escludiamo la Caritas ed altre organizzazioni di volontariato, sono in pratica sole, non potendo contare su un sostegno certo, duraturo da parte delle istituzioni locali.
I dati del rapporto annuale per la Sicilia diffuso ieri dalla Banca d’Italia e quelli dell’Istat sulla povertà sono impietosi e andrebbero analizzati a fondo, per individuare e mettere in atto, anche a livello locale, misure di sostegno strutturali per chi è in difficoltà e di rilancio dell’economia, che ha subito una contrazione fortissima, di dimensioni tali da non trovare riscontri analoghi dal dopoguerra ad oggi.
Le famiglie siracusane che erano già in situazioni di difficoltà sono state messe in ginocchio, costrette a tagliare ulteriormente i consumi, con conseguente aumento della povertà anche nel cosiddetto “ceto medio” e allargarsi del solco delle diseguaglianze.
Nel nostro territorio - prosegue Salvo Sorbello - è così cresciuto il numero di famiglie che beneficia del reddito di cittadinanza e circa una famiglia su sette percepisce un supporto economico. Chi aveva poco ha ancora meno.
Chi aveva tanto, invece, ha scelto di non spendere e di risparmiare, in un contesto che vede peggiorare il clima di fiducia. Si è così registrata in provincia di Siracusa un aumento delle forme di risparmio finanziario più liquide, a basso rischio, come i depositi bancari, cresciuti da noi del 12,7%, passando dai 4074 del 2018, ai 4271 del 2019 ai 4809 di fine 2020 (dati Bankitalia in milioni di euro).
E’ importante che anche gli enti locali creino le condizioni di una ritrovata fiducia, che spinga i nuclei familiari a sostenere i consumi e a non accrescere ulteriormente, in maniera abnorme, una propensione al risparmio che porta ad accumulare liquidità nei conti correnti. Gli enti locali si impegnino anche per diminuire il tasso di disoccupazione, in particolare giovanile e femminile, che è ormai alle stelle.
I Comuni - conclude Salvo Sorbello - siano capaci di dimostrarsi davvero vicini ai cittadini, di prendersi cura delle loro crescenti fragilità, non solo economiche ma anche sociali, culturali, educative, psicologiche, ad esempio combattendo la dispersione scolastica, che favorisce vecchie e nuove diseguaglianze.