Mafia, deputata a Mattarella: no a libertà ai boss condannati all'ergastolo
"No alla libertà condizionale ai boss della mafia condannati all'ergastolo". Lo chiede la deputata Piera Aiello, testimone di giustizia, in una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Ho toccato con mano la violenza brutale della mafia e la sua tracotante prepotenza. Eppure ho scelto di non rassegnarmi. - aggiunge - Con enorme sacrificio ho abbandonato la mia vita precedente, il mio lavoro, la mia casa e la mia terra: è il prezzo che si paga se non si vuole piegare la testa, se si ha il desiderio di restare liberi, di contribuire a debellare le mafie e di sentirsi cittadini e non sudditi. Tra quelli come me c'è chi ha perso il marito o un figlio, un fratello o un padre. E so bene che anche Lei, signor Presidente, conosce il dolore lancinante di una perdita ingiusta. Le nostre sono ferite ancora aperte, subite in una battaglia che abbiamo scelto di combattere senza rimorsi". "Per questo l'indignazione mi spinge a raccogliere tutte le mie forze per cercare di evitare l'ennesima resa dello Stato di fronte al crimine organizzato. Mi riferisco all'imminente pronuncia della Consulta sulla costituzionalità delle norme che regolano l'ergastolo ostativo", dice. "C'è chi sostiene che un'eventuale sentenza di incostituzionalità non sarebbe affatto lesiva della memoria dei servitori dello Stato morti per combattere la mafia. Beh, Maria, la sorella di Giovanni Falcone - tanto per fare un esempio - non la pensa così. E lo stesso vale per Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. Lo hanno scritto e ripetuto più volte in questi giorni. Onestamente - afferma -, e per quello che vale, non mi risulta che qualche vittima di mafia o familiare di vittime la pensi in questo modo".