Mario Draghi: la telemedicina al centro del sistema sanitario
Qualche giorno fa il presidente del Consiglio Mario Draghi ha definito alcuni dei punti essenziali del suo Governo, a partire dalla riforma sanitaria che oggi è diventata nel nostro Paese prioritaria a fronte della crisi che stiamo vivendo.
Se da un lato si è posto l’accento sull’importanza di velocizzare i tempi della campagna vaccinale, dall’altro lato è necessario secondo il presidente dare più rilevanza sia alle Case della Comunità che all’assistenza domiciliare. In effetti, questa prospettiva apre nuovi orizzonti per la cura del cittadino. Negli ultimi mesi, infatti, abbiamo potuto costatare che la cura nel territorio e quella domiciliare giocano un ruolo importante, soprattutto quando le strutture ospedaliere si trovano al collasso.
Per questo motivo un investimento rilevante nell’assistenza domiciliare potrebbe fare la differenza sin da subìto e alleggerire il sistema sanitario nei prossimi mesi. Sarà forse questo il motivo che spinge Mario Draghi, nell’ultima versione del Recovery plan, a stimare che circa 7,5 miliardi saranno destinati alla cura nel territorio e all’assistenza domiciliare. Si dovrà fare leva anche sulla telemedicina per creare una rete tra pazienti e medici, che consenta a questi ultimi di poter monitorare la salute dei cittadini anche a distanza.
Va considerato che proprio la telemedicina in Italia ha già da qualche anno scalzato i pregiudizi che portava con sé fino a qualche tempo fa. Molti sono i professionisti che operano su piattaforme online con competenza e rigore. Sembra, dunque, che questa opzione sia una grande risorsa, perché oltre a ridurre l’afflusso di persone in ospedale, favorisce anche un maggiore controllo dei soggetti a rischio.
Tra i vantaggi della telemedicina troviamo, infatti, la possibilità di poter ricevere un consulto in tempi rapidi. Il paziente risulta più propenso ad autogestirsi con il supporto costante di un punto di riferimento. Senza considerare tutte le difficoltà di chi non può spostarsi fisicamente.
Il Piano prevede allora che entro il 2026 i pazienti assistiti con questo metodo saranno 282.425. Case di comunità, telemedicina e assistenza domiciliare integrata saranno dunque i tre punti di ripartenza per una riforma del sistema sanitario che vuole essere più vicina al cittadino traendo il massimo beneficio dalle potenzialità che la tecnologia offre.