Pipitone, il sindacalista ucciso dalla mafia a Marsala: Libera lo ricorda sui social
Non potendo svolgere, a causa dell'attuale emergenza sanitaria, la manifestazione che ogni si tiene per ricordare Vito Pipitone, il sindacalista contadino ucciso dalla mafia, nelle campagne di Marsala, la sera dell'8 novembre 1947, il locale presidio di Libera ha deciso di perpetuarne la memoria pubblicando sui social le foto delle manifestazioni tenute negli ultimi anni sul luogo dell'omicidio, con in sottofondo un monologo di Chiara Putaggio, che da voce alla moglie di Pipitone, Filippa Di Dia, che racconta le lotte del marito per sottrarre i contadini e i braccianti allo sfruttamento e ai soprusi dei padroni latifondisti, spesso ultima generazione di famiglie nobili, e ai campieri mafiosi che, fucile in braccia, li spalleggiavano. "Tante cose sono cambiate da quando Vito Pipitone animava la lotta contadina - scrive Libera Marsala - ma tante cose rimangono ancora ferme e ancorate a logiche mafiose e ingiuste. Libera ricorda il sacrifico ma soprattutto la forza e il valore di quelle battaglie, affinché non vengano dimenticate, affinché non si smetta mai di lottare". Vito Pipitone, il sindacalista della Federterra, fu ucciso con un colpo di fucile alla vigilia dell'occupazione simbolica di un feudo incolto dell'entroterra (contrada Giudeo). Mandanti e killer sono rimasti ignoti. Il sindacalista lottava per l'applicazione della "legge Gullo" del 1944, che prevedeva l'affidamento ai contadini delle terre che i latifondisti lasciavano incolte.