America in bilico, Biden verso la Casa Bianca
L'America è col fiato sospeso. Passato l'Election Day, non conosce ancora chi nei prossimi quattro anni sarà il suo presidente: troppi i voti ancora da contare in Stati chiave, senza i quali è impossibile dichiarare il vincitore. Ma con la vittoria delle ultime ore in Wisconsin Joe Biden vede ora sempre più vicina la Casa Bianca. A questo punto, dando per acquisiti Arizona e Nevada, gli basterebbe vincere in Michigan (dove è in leggero vantaggio), potendosi permettere di perdere anche la sua Pennsylvania. Ma Donald Trump non ci sta. E se la campagna elettorale del 2020 è stata una delle più tese e divisive della storia recente, il post-elezioni rischia di essere ancora peggiore, con la prospettiva di una battaglia legale infinita sul voto per posta e il conteggio delle schede, e un'incertezza che si teme possa sfociare anche in tensioni sociali e disordini. La principale minaccia di Trump è il ricorso alla Corte Suprema, quella che lui stesso in quattro anni ha blindato con la nomina di tre giudici conservatori, plasmando una maggioranza di sei a tre che mette l'ala liberal dell'Alta Corte in netta minoranza. "Ci stanno rubando le elezioni, non lo permetteremo", ha attaccato il presidente, contestando il prosieguo dello scrutinio in Pennsylvania, Georgia, North Carolina, Georgia, Michigan e Wisconsin. E sollevando il sospetto di brogli e irregolarità. "La scorsa notte ero saldamente in testa in molti stati decisivi. Poi, uno ad uno, i vantaggi sono magicamente scomparsi", ha twittato, probabilmente riferendosi proprio al sorpasso di Biden in Michigan e Wisconsin e denunciando anche quella che ha definito una valanga di schede giunte "a sorpresa" nei seggi. Intanto la sua campagna ha annunciato un'azione legale in Michigan per sospendere immediatamente il conteggio dei voti fino a quando non sarà garantito allo staff del presidente un significativo accesso nelle stanze dello scrutinio, per controllare che tutto proceda regolarmente. Ed è pronta anche a chiedere il riconteggio dei voti in Wisconsin. Ma l'impressione è che la battaglia legale possa davvero estendersi nelle prossime ore anche ad altri Stati ancora in ballo come l'Arizona e la Pennsylvania. E' la strategia messa a punto nello Studio Ovale in frenetiche riunioni tra il presidente e i suoi più stretti consiglieri, una tattica mirata a creare una narrativa di frode elettorale nel caso i media dovessero dichiarare Biden vincitore, o nel caso lo faccia lo stesso ex vicepresidente annunciando di aver raggiunto la fatidica soglia dei 270 grandi elettori. Trump insomma non ha alcuna intenzione di mollare, nonostante i suoi attacchi siano anche il segnale di un certo nervosismo. La stizza per una strada che a metà della nottata elettorale sembrava mettersi in discesa, con la 'red wave' che avanzava sulle grafiche messe a punto da tv e siti dei vari media, e che nelle ultime ore si è fatta decisamente in salita, in un'altalena di dati e risultati mozzafiato. "Se il presidente ricorre alla Corte Suprema per decidere l'esito delle elezioni rischia una sconfitta imbarazzante", ha attaccato intanto la campagna di Biden, dicendosi più che fiduciosa sul fatto che il democratico "sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti". In teoria entro l'8 dicembre tutte le eventuali controversie sul voto dovranno essere concluse, perché pochi giorni dopo, il 14 dicembre, è il giorno del Collegio Elettorale, quando i 538 elettori dovranno eleggere formalmente il presidente. Ma nelle ultime ore la speaker della Camera Nancy Pelosi, terza carica dello Stato, ha ribadito che a decidere sul presidente sarà proprio la Camera dei Rappresentanti del Congresso americano se, arrivati al 6 gennaio, dovesse perdurare la situazione di stallo. Proprio la Camera è rimasta in mano ai democratici, il primo vero verdetto dell'Election Day, mentre al Senato è un testa a testa con i repubblicani.