Reddito di cittadinanza pure a mafiosi: ritirate 11 social card ad Agrigento
Undici social card di altrettanti agrigentini ritenuti illegittimi percettori del reddito di cittadinanza sono state sequestrate. A procedere è stata la Guardia di finanza, su delega del procuratore capo Luigi Patronaggio e del sostituto Gloria Andreoli.
Gli inquirenti hanno accertato che gli indagati, tutti con precedenti per reati legati alla criminalità organizzata di tipo mafioso e colpiti da misure cautelari personali, avevano avanzato ed ottenuto, senza averne titolo, istanza per ottenere il reddito di cittadinanza. Tutte queste persone sono state, inoltre, segnalate all'Inps, che ha fornito una preziosa collaborazione, per la revoca dell'erogazione del contributo illecitamente riscosso.
Secondo una prima stima, il danno già accertato per le casse pubbliche sarebbe di 300.000 euro. Sono in corso - secondo quanto rende noto Patronaggio - ulteriori indagini per identificare altri illegittimi percettori del reddito di cittadinanza , sia per l'esistenza di condizioni soggettive ostative alla erogazione che per l'esistenza di concomitanti rapporti di lavoro "in nero". Al momento gli indagati sono 69, ma le ulteriori indagini, se dovessero confermare le ipotesi investigative formulate dalla Procura, porterebbero ad numero ben maggiore di indagati.
Giro di vite anche a Catania. In cinque, tre donne e due uomini, sono stati denunciati per 'abuso' del reddito di cittadinanza dai carabinieri di Viagrande. Al termine di un lavoro minuzioso i militari hanno scovato i "furbetti" che pur di ottenerlo, hanno ideato ogni possibile escamotage. Il primo in lista è un pluripregiudicato di 58 anni di Aci Bonaccorsi, già condannato per associazione di tipo mafioso (come affiliato al clan Laudani), in atto sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno. E poi un altro compaesano sempre di Aci Bonaccorsi di 76 anni che già titolare di pensione di invalidità, ha falsificato lo stato di famiglia, nel quale risulta anagraficamente convivente con altre cinque persone, dichiarando di essere l'unico componente del nucleo familiare (l'uomo percepiva senza alcuna riduzione sia la pensione che il reddito di cittadinanza). Nello stesso paese madre e figlia, di 80 e 56 anni, residenti anagraficamente ad Aci Bonaccorsi nello stesso appartamento, dichiaravano di abitarvi da sole ottenendo ognuna l'indennità. L'ultimo caso quello di una 30enne di Aci Bonaccorsi residente anagraficamente all'interno di un nucleo familiare composto da ben 12 persone, nell'autocertificazione ne riportava solo cinque (lei ed i figli minori), omettendo di indicare gli altri sette familiari.