Morì per il sangue infetto a Caltanissetta: Ministero risarcisce gli eredi
Il ministero della Salute dovrà risarcire con oltre 820mila euro entro 60 giorni i due eredi di una donna di 77 anni morta nel 2010 per gli esiti di un'epatite cronica Hcv, diagnostica nel 1992, contratta dopo una trasfusione in un ospedale siciliano. E' quanto ha stabilito il Tar di Palermo che, per eseguire il provvedimento, ha nominato come commissario ad acta, "in caso di ulteriore inerzia", il segretario generale della Presidenza del consiglio dei ministri. La sentenza della prima sezione dei giudici amministrativi, davanti alla quale ha presentato istanza l'avvocato Silvio Vignera, fa seguito "all'inadempienza del ministero" dopo che la sentenza di condanna del Tribunale di Caltanissetta, che lo condannava a risarcire due eredi della signora, è diventata definitiva nel 2019. Il legale ha sollecitato, per conto di suoi due assistiti, l'esecutività della sentenza chiedendo il risarcimento stabilito dalla definitiva sentenza di merito. Al centro del caso una donna che dopo una trasfusione con sangue 'infetto' in un ospedale ha contratto l'epatite cronica Hcv correlata che, aggravatasi in cirrosi ed in epatocarcinoma, ne hanno causato il decesso. I familiari hanno chiesto, tramite l'avvocato Silvio Vignera, il riconoscimento del risarcimento dei danni. Dopo la sentenza del Tribunale di Caltanissetta diventata esecutiva, ha sottolineato il legale, "il ministero è rimasto inadempiente". Per questo ha attivato il ricorso al Tar di Palermo che, dopo l'udienza del 7 aprile scorso, ha disposto il pagamento del risarcimento "entro 60 giorni dalla notifica" della sentenza.