Avola, chiese il pizzo a un cantiere: scarcerato Giuseppe Capozio
Ha lasciato ieri il carcere di Teramo, dove si trovava recluso per scontare una condanna a 3 anni e 8 mesi di carcere per la tentata estorsione aggravata col metodo mafioso ai danni del cantiere edile di proprietà di un imprenditore siracusano che all’epoca stava realizzando la costruzione di uno stabile da adibire a clinica privata alla periferia di Avola, Giuseppe Capozio, 34 anni, avolese. L’uomo assieme ad un complice fu arrestato dai carabinieri di Noto il 5 luglio del 2017, accusato in concorso in tentata estorsione e detenzione e porto illegale di arma da fuoco. Ad emettere il provvedimento di sostituzione della misura di detenzione carceraria con quella degli arresti domiciliari, è stata la Seconda Sezione della Corte di Appello di Catania che, accogliendo e facendo proprie le argomentazione depositate dall’avvocato Natale Vaccarisi, ha valutato oramai affievolite le esigenze cautelari restrittive a fronte anche della condanna subita ( 3 anni e 8 mesi), rapportandola alla custodia cautelare fino ad oggi espletata in carcere ( 2 anni e 8 mesi), sottoponendo quindi Capozio alla misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Capozio, comunque, risulta tutt’oggi imputato in un altro procedimento penale unitamente ad altre sei persone , l’operazione denominata “ Eclipse” portata a termine dalla Direzione distrettuale Antimafia di Catania assieme ai carabinieri di Noto, il cui processo è pendente davanti ai giudici del Tribunale di Siracusa.
Antonio Dell'Albani