Modica, il messaggio della Casa Don Puglisi ai tempi del Coronavirus
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Maurilio Assenza, direttore della Casa don Puglisi di Modica, sull'emergenza che si sta vivendo in Italia.
“Condividiamo con tutti la responsabilità di “restare a casa”, avvertendo come questo aiuti il bene comune e quanti operano sulle frontiere della sanità con una generosità straordinaria. Lo facciamo a partire da una Casa ‘grande’ (siamo in tanti!) e da iniziative di economia solidale attivate con tanta fatica per sostenere l’accoglienza. Ci siamo dovuti attrezzare, abbiamo deciso spese non previste e onerose per garantire più salute – una lavastoviglie industriale, asciugatoi a vortice – ma soprattutto per far rispettare distanze di sicurezza e al tempo stesso aiutare bambini e ospiti a non avere paura, a riorganizzare il tempo, a seguire regole impegnative. Chiedendoci come fare a seguire didattica a distanza con tanti bambini e strumenti diversificati da parte dei genitori. Si ripropone il tema troppo spesso dimenticato delle differenze di opportunità, che la nostra scuola e le istituzioni dovrebbero sanare negli orizzonti della Costituzione. E, mentre stiamo lanciando il punto vendita e riorganizzando le iniziative di economia solidale necessarie per la sostenibilità, siamo resi partecipi della comune, grande, preoccupazione anche per il futuro dell’economia con il cuore del padre di famiglia che deve pensare ai propri figli. E guardandoci attorno ci eravamo già chiesti nei giorni scorsi perché tanti (anche i giovani) non hanno capito l’invito alla responsabilità creando assembramenti anche dopo l’avvertenza chiara del pericolo … E questo proprio mentre ci preparavamo e ci prepariamo, differendolo, ai dieci anni di Crisci ranni. Che abbiamo dedicato al tema di una città che si riscopre nella sua anima: città che sappia riprendere (come amava dire il poeta Mario Luzi nella lirica dedicata a Giorgio La Pira) le tensioni morali forti che permettono di mettere al centro il bene comune, iscritto negli articoli fondamentali della Costituzione. Attraverso un «alitare per ravvivare la fiamma», che ci mette insieme come «città degli ardenti desideri»! Non avendo più possibilità di radunarci per l’eucaristia o per il cammino quaresimale programmato con intensi appuntamenti, accresciamo la preghiera fatta personalmente e conserviamo la preghiera che qualcuno recita ad alta voce a nome di tutti nella cappella della Casa al vespro, e così cerchiamo luce e forza per attraversare la prova insieme a tutti, restando dentro i sentimenti di Cristo che si è abbassato e che sentiamo vicino con la sua passione e il suo amore ‘debole’ e forte al tempo stesso. Viene da pensare che, mai come quest’anno, la quaresima si fa vera, risvegliando – nella mancanza di contatti corporei tra di noi e insieme con Dio nell’assemblea liturgica – la consapevolezza di beni grandi che spesso diamo per scontati. Nella comune fragilità troviamo una chiamata a una diversa e più vera fraternità e a una fede matura. Soprattutto speriamo – facciamo per questo un forte appello! – che ritroviamo quelle virtù civiche che ci fanno insieme attenti a richiedere precise priorità per le spese sanitarie, sociali e comunitarie e per ridare alla scuola la sua sostanza educativa. Umilmente collocandoci accanto a tutti come cristiani, con logiche di piccolezza, povertà e gratuità che ci fanno dare effettiva e affettiva priorità ai più deboli, unico modo di dire il bene comune con verità. E contrastare tutti insieme logiche di affari che – di qualsiasi veste si rivestono – cono divisioni e disuguaglianze. Senza dire delle scelte politiche che, nei momenti di pericolo, fanno venire alla luce tante, colpevoli e inaccettabili, carenze di servizi, mentre si spendono somme (troppe!) per le armi. Speriamo che presto ‘irrompa’ la Pasqua e che sia Pasqua della vita e della città, ritrovandoci insieme operosi e generosi per pensare e per ricostruire la Casa comune, che è anche la vera Casa di Dio, in cui lo si può incontrare come Colui che è passato e passa «risanando e beneficando molti». Per questo sono necessari tenacia, sapienza, sensibilità, purezza di cuore. Com’è scritto entrando nella Casa, siamo convinti con don Puglisi che «fedeltà e tenerezza insieme generano costanza».
NELLA FOTO, la cappella della Casa Don Puglisi di Modica.