Caltanissetta, 'Sistema Saguto', le parti civili: condannate gli imputati
"Quello che chiediamo è la condanna per tutti i capi di imputazione che riguardano la illogicità della nomina ad amministratore giudiziario di Gaetano Cappellano Seminara per le società del gruppo Ponte, anche per quelle diverse dalle società Ponte che avevano avuto in affitto un albergo dal gruppo Sbeglia". Lo ha detto l'avvocato Vincenzo Lo Re questa mattina nel corso dell'udienza del processo sul cosiddetto "Sistema Saguto" che si celebra a Caltanissetta. Dopo le richieste di condanna per i 15 imputati, tra cui l'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, e l'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, la parola adesso è passata alle parti civili. Lo Re è il legale dei fratelli Ponte, del gruppo Astoria Palace. "Riteniamo ci fu un profilo di illegittimità di questa nomina - ha continuato il legale - che fu poi prorogata e riteniamo ridicola e infondata la tesi che il 30 giugno del 2015 Cappellano Seminara portò a casa della Saguto il piano industriale a tarda ora e non invece somme di denaro come ipotizzato dai pm. E questo perché il piano industriale non aveva alcuna scadenza in quel periodo e la stessa Saguto in udienza, contraddicendo quello che dice Cappellano Seminara, sostenne che si trattava del rinnovo della nomina di amministratore che scadeva ogni 6 mesi. Invece il rinnovo era avvenuto nel 2014 per due semestri consecutivi e non poteva essere più rinnovato, quindi neppure la Saguto è stata in grado di spiegare cosa di urgente ci fosse la sera del 30 giugno 2015". Secondo la ricostruzione della Procura, rappresentata dai pm Maurizio Bonaccorso e Claudia Pasciuti, l'avvocato Cappellano Seminara avrebbe dato somme di denaro all'ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo. L'avvocato ha chiesto una provvisionale di 60 mila euro.