Scicli, Consiglio comunale sciolto per mafia: dopo 5 anni si riaccende il dibattito
Lo scioglimento per mafia del Consiglio comunale di Scicli del 2015 ha innescato un dibattito acceso, specie dopo le dichiarazioni del consigliere Claudio Caruso il quale ha parlato di “accordo su una dimissione in massa dei consiglieri comunali per evitare lo scioglimento del civico consesso".
Una nota del gruppo “Cittadini per Scicli” afferma, tra l’altro : “Quell’accordo appare come una scheggia di verità che potrebbe aprire scenari nuovi mai svelati, in quanto pervicacemente blindati, sulle vere cause dello scioglimento del civico consesso per infiltrazioni mafiose. La frase è stata espressa a motivo di un intervento di un nostro consigliere in cui, con coerenza e fermezza, aveva enunciato quello che abbiamo sempre pensato, ovvero che c’è stato in città un partito e rappresentanti politici iscritti al movimento dello scioglimento, come sempre sostenuto dal sindaco come ribadito nella stessa seduta, e chi invece fronteggiava come poteva la difesa della dignità e della onorabilità dei cittadini sciclitani.
Le affermazioni del consigliere Claudio Caruso inquietano.
Egli all’epoca rappresentava il PD in consiglio comunale che a Scicli aveva un’autorevole rappresentante del parlamento italiano che non ricordiamo, anche in un solo scritto o in un atteggiamento inequivocabile, abbia fatto da paladino alle ragioni di Scicli e degli sciclitani in quella scellerata occasione.
La parola “accordo” va spiegata e svelata perché presuppone quinte e scenari inquietanti che potrebbero fare piena luce su quanto accaduto in quei mesi e su una fase della vita politica in cui Scicli fu scippata dalle istituzioni democratiche, con un sindaco poi costretto alle dimissioni.
Chi propose quell’accordo? Chi faceva parte di quell’accordo? Per quale vera ragione fu necessario raggiungere quell’accordo? Chi era il garante di quell’accordo? Quali i sodali di quell’accordo pensato e architettato ai danni della città”?
Alla nota di “Cittadini per Scicli” fa eco un documento della minoranza al consiglio comunale a firma di Concetta Morana.
“Registriamo per la cronaca oggi e forse domani anche per la storia – afferma il documento - che il consiglio comunale di Scicli in data 20 febbraio 2020 ha bocciato a maggioranza un ordine del giorno, ampiamente condiviso dal sindaco, sullo scioglimento del consiglio
comunale di Scicli nel 2015. La cosa, ovviamente, non ci aggrada e siamo certi di essere in ottima e abbondante compagnia, considerato che il civico consesso sulle parole inquietanti e sorprendenti di un consigliere comunale, ormai note ai media, non si è voluto fare chiarezza. Il salto del fosso da parte del presidente del consiglio comunale, Danilo Demaio, che esita, in una nota, la pratica “scioglimento per mafia” parlando di un “un lutto che la città ha elaborato e deve essere superato”, è stupefacente.
Il giovane Demaio non intende entrare nel merito del giudizio politico di una vicenda, che deve essere chiarita per sapere e capire se un teorema eversivo deciso altrove stava sul cielo della città e ha deciso tutto per tutti portandosi via le rappresentanze democraticamente elette e la dignità e l’onorabilità di una cittadinanza esposta per mesi al pubblico ludibrio sui media nazionali.
E’ un diritto per il cittadino sapere perché tutto ciò è avvenuto?
I lutti sono frutto delle tragedie ed è necessario capire chi ha voluto e determinato quella tragedia. Il voto contrario all’ordine del giorno mette però un punto fermo su questa vicenda. Si sono mescolati i ruoli e cambiate le facce tra chi nel "solco" del primato della democrazia oggi valuta lo
scioglimento come un lutto nei fatti giustificandolo e accogliendolo
senza riserve, e chi ancora, come noi, rimane dalla stessa parte del campo perorando le stesse motivazioni e lo stesso obiettivo del 2015 ovvero quello di ricercare le responsabilità prima morali e poi politiche che determinarono lo scioglimento del civico consesso”.
E’ del tutto evidente che non si esaurisce qui la nostra battaglia che rimane una rivendicazione di verità e giustizia. Metteremo ancora in campo tutte le iniziative possibili perché piena luce sia fatta su una vicenda che, al di là del lutto, farebbe comodo a non pochi che cadesse nell’oblio e nella dimenticanza generale.
Confidiamo nell'operato degli organi preposti a cui esprimiamo la nostra totale disponibilità e collaborazione affinché luce venga fatta.