'La mafia ad Avola non esiste', sindaco e giunta restano al loro posto
Una bolla di sapone che ha tenuto un'intera città sotto scacco. "La mafia ad Avola non esiste". Lo ha messo nero su bianco, firmando il decreto, la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, dopo sei mesi di indagini degli ispettori della Prefettura di Siracusa, su presunte infiltrazioni mafiose nell'amministrazione comunale di Avola. Il sindaco Luca Cannata , i componenti della giunta ed i consiglieri di maggioranza, adesso 'festeggiano'. Non è così per l'esigua minoranza ed un gruppo di oppositori che sperava nel rompete le righe. Nella relazione che il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, ha inviato al Ministero, ha evidenziato "l'insussistenza delle condizioni legittimanti per l'applicazione dello scioglimento".
Per Luca Cannata sono stati sei mesi d'inferno per ribattere alle contestazioni fatte dai commissari. Un fardello di cinquemila pagine, dove Luca Cannata, ha ribattuto punto su punto alle contestazioni. Le indagini, però, non hanno tenuto conto delle minacce ed intimidazioni subite dal primo cittadino contro esponenti della criminalità organizzata di Avola. Cannata ha sempre denunciato minacce per non avere favorito soggetti legati al malaffare ed ha pubblicamente fatto sapere che la sua amministrazione sarà parte civile nel processo contro boss e gregari locali, finiti in carcere.
Probabile che nelle prossime ore, sindaco e maggioranza saliranno sul palco di piazza Umberto I per raccontare il calvario dell'amministrazione in questi ultimi mesi. Cannata assicura i suoi concittadini che 'la politica del fare' va avanti. L'infamia di città mafiosa è stata scongiurata.
CANNATA : "UN DECRETO DEL BENE CHE RENDE GIUSTIZIA A QUESTA AMMINISTRAZIONE"
“È una bellissima giornata per la città di Avola”. Sono le parole del primo cittadino, Luca Cannata, che festeggia quella che è la giornata più luminosa e significativa per Avola . È arrivata, infatti, la notizia attesa da settimane e la città si sveglia dall’incubo del “commissariamento per mafia”. Dai risultati delle indagini prefettizie è emerso che non c’è nessuna infiltrazione mafiosa e il ministro dell’Interno Lamorgese ha, di fatto, messo la parola fine una volta per tutte alla vicenda con un decreto pubblicato ieri. “Vorrei ricordarlo come il decreto del bene – aggiunge Cannata – che, finalmente, rende giustizia all’operato di questa amministrazione. Abbiamo lavorato in questi 8 anni per la crescita della città, dal piano di riequilibrio finanziario, sotto l’occhio attento della Corte dei Conti, fino alle opere pubbliche e allo sviluppo turistico. Tutto nel pieno rispetto delle regole e lottando, da sempre, contro la criminalità organizzata . Sono stato coinvolto in un paradosso incredibile che, finalmente, si è risolto, perché proprio io, sono stato minacciato più volte da esponenti mafiosi”. È un fiume in piena, Cannata, che ha adesso l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Si chiude una pagina bruttissima che ha provocato un rallentamento nel mio operato e nel funzionamento dei vari uffici e, dunque, anche dei servizi alla città. Ciò nonostante, abbiamo continuato, con un enorme sforzo da parte di tutti, il nostro percorso. Abbiamo esternato sin da subito, con forza e con coraggio, le nostre perplessità relative all’insediamento della commissione di indagine. I fatti oggi dimostrano, ancora una volta, la massima trasparenza con cui abbiamo sempre operato, affermando il principio basilare secondo cui la politica deve essere capace di governare, di dare risposte ai cittadini, rispettando le regole e le leggi, facendo sentire, ove occorra, le ragioni della correttezza del proprio operato per il bene comune”
(nella foto il sindaco di Avola)