Sei ore non bastano per ricompattare il gruppo del M5s all'Ars
Sei ore di confronto, a tratti anche acceso nei toni, non è ancora servito a compattare il gruppo parlamentare del M5s. I deputati, che si sono affrontati nel faccia a faccia concluso ieri a tarda sera, si rivedranno oggi per proseguire la discussione nel tentativo di trovare una linea comune, fermo restando le visioni differenti, in una fase di estrema fibrillazione per il movimento, tra gli "oltranzisti" e l'ala più conciliante nei rapporti da tenere con la maggioranza e il governo su norme generaliste. Si cerca di trovare un punto di svolta che appare complicato. Rispetto alla legislatura precedente quando il gruppo comunque, nonostante liti e contrasti, riusciva a compattarsi anche grazie alla leadership di Giancarlo Cancelleri e senza fare trapelare nulla all'esterno, il clima in questa legislatura è stato diverso fin dall'inizio. "Governare un gruppo di 20 deputati e senza un leader non è semplice", sussurra uno dei parlamentari. E allora l'unica via d'uscita, ne sono convinti quasi tutti, è darsi delle regole. Quali? E' la chiave che i 5stelle stanno tentando di trovare. Su un punto, almeno, la convergenza sembra esserci: meno esternazioni alla stampa.
Dovrebbe riprendere a breve il confronto, che ieri era durato sei ore, tra i deputati regionali del M5s, nei locali del gruppo parlamentare, a Palazzo dei Normanni, nel tentativo di trovare una linea condivisa tra le tante anime. Le divisioni interne, che si erano manifestate già all'inizio di questa legislatura, sono esplose con l'elezione a vice presidente dell'Ars di Angela Foti (M5s), votata dal centrodestra che è riuscito così a bloccare il candidato indicato dal movimento, Francesco Cappello.
(Nella foto Giorgio Pasqua, capogruppo M5s all'Ars)