La crisi in Libia, a Berlino c'è il sì per il cessate il fuoco ed embargo per le armi
I Paesi partecipanti alla conferenza di Berlino sulla Libia hanno approvato la dichiarazione finale "senza modifiche sostanziali" alla bozza che era stata messa a punto. I partecipanti hanno concordato di mantenere l’embargo sulle armi alla Libia e di mettere fine al sostegno militare alle parti in conflitto. Non sono state discusse possibili sanzioni per eventuali violazioni dell'embargo. Lo ha precisato la cancelliera tedesca Angela Merkel nel corso della conferenza stampa finale.
"I partecipanti alla conferenza di Berlino dovrebbero impegnarsi a rispettare l'embargo Onu sulle armi e a rafforzare le relative legislazioni nazionali". E' quanto si legge nella dichiarazioni della conferenza di Berlino - 55 punti e cinque capitoli - approvata dai leader dei Paesi riuniti nella capitale tedesca. "I partecipanti di Berlino - si legge - sono a favore di rapporti più frequenti degli esperti al comitato sulle sanzioni".
Nella dichiarazione si ricorda che "la responsabilità per il rispetto delle attuali risoluzioni dell'Onu connesse al regime delle sanzioni e all'embargo sulle armi ricade anzitutto sotto primaria responsabilità dei Paesi membri". "Un rispetto tempestivo e rafforzato delle attuali risoluzioni dell'Onu porterà ad una riduzione del numero di violazioni dell'embargo sulle armi e agisce come misura per la costruzione della fiducia a sostegno del cessate il fuoco".
Dalla conferenza di Berlino emerge poi la possibilità di una riforma del consiglio presidenziale libico, che sarebbe composto, nella sua nuova struttura, da un "nuovo primo ministro e due vice premier" incaricati di formare il governo. E' quanto si legge nel documento finale della conferenza in cui si sottolinea che la riforma del consiglio presidenziale sarà discussa nell'ambito di un "Forum di Dialogo Politico" da tenersi "fuori dalla Libia (con ogni probabilità a Ginevra, ndr) prima della fine di gennaio". Questo Forum si precisa nel documento finale, sarà composto da 40 "rappresentanti libici" che dovranno essere selezionati a seguito di consultazioni con le parti interessate. Il nuovo governo dovrà ottenere la fiducia della Camera dei Rappresentanti per entrare in carica.
"La formazione di un nuovo governo - si precisa - richiederà naturalmente l'accordo di tutte le parti per lo scioglimento dell'attuale esecutivo. Questo deve avere luogo simultaneamente con l'unificazione delle istituzioni nazionali attualmente divise".
"Ci possiamo ritenere soddisfatti, perché comunque abbiamo compiuto passi avanti, 55 punti condivisi, che includono il cessate il fuoco, l'embargo sull'arrivo di nuove armi ed un percorso politico-istituzionale ben definito. E' stato nominato anche il comitato militare congiunto che veglierà, monitorerà che la tregua sia rispettata, abbiamo dei passi avanti significativi", ha detto il premier Giuseppe Conte al termine della conferenza.
L'Italia "ha lavorato molto e intensamente" perché si arrivasse all'accordo raggiunto oggi a Berlino sullo Libia, ha evidenziato Conte, secondo cui "questo accordo in 55 punti prevede tante tappe successive: c'è da lavorare intensamente, quello che è certo che in Italia, e qui è presente il ministro Di Maio che ringrazio, abbiamo lavorato tutti tanto e intensamente per arrivarsi a sedere intorno ad un tavolo del genere, coinvolgendo tutti i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu, tutti gli esponenti minimamente coinvolti nel dossier libico". Secondo Conte, se è stato possibile "trovare una convergenza su 55 punti vuol dire che c'è stato tanto lavoro anche da parte dell'Italia".