Doppi rimborsi, incardinato il processo contro l'ex delegato del Coni di Ragusa
Incardinato e subito rinviato al 26 febbraio il processo a carico dell'ex delegato del Coni di Ragusa, Rosario Cintolo, accusato di peculato. Il Gup Eleonora Schininà ha deciso il rinvio per un difetto di notifica: l'atto di conclusioni delle indagini non è stato notificato al Coni che invece intende costituirsi parte civile, come ha riferito il legale del Comitato olimpico italiano. Nell'ambito della stessa indagine, scaturita da un esposto alla procura di Ragusa da parte del responsabile dell'Ufficio vigilanza del Coni di Roma, è coinvolto anche Silvio Piazza, altro dirigente, che per lungo tempo è stato segretario regionale e direttore della Scuola dello sport. Contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie, per quasi 600 mila euro a carico dei due indagati. I fatti riguardano il controllo e la verifica dei contributi erogati dalla Regione Siciliana (circa 800 mila euro) in favore del Coni di Ragusa fra il 2006 e il 2012, e la gestione delle strutture della Scuola regionale dello sport di via Magna Grecia, a Ragusa. Il reato ipotizzato dalla Procura riguarda numerose condotte di peculato. Dapprima con il metodo classico, monitorando le transazioni contabili e finanziarie, poi mediante l'ausilio delle intercettazioni telefoniche, i finanzieri hanno accertato fatti e condotte di rilevanza penale. Secondo l'accusa il reato di peculato veniva commesso attraverso una doppia rendicontazione dei costi: una inviata al Comitato nazionale di Roma, che provvedeva al pagamento/rimborso attraverso il conto corrente ufficiale presso la Bnl; l'altra all'assessorato regionale, a Palermo, che metteva a disposizione ulteriori fondi per fini sportivi, sul conto corrente "ombra" aperto alla Bapr, il tutto approfittando dell'assenza di comunicazione tra Roma e Palermo. Per l'accusa, inoltre, veniva utilizzata la Scuola dello sport per eventi, manifestazioni e altro, senza che i proventi derivanti da queste concessioni venissero versati sul conto corrente ufficiale, anche se i costi legati al consumo di luce, acqua e gas rimanevano a carico del Coni.