Regione, assessore Armao: "Dopo crisi, nel 2020 si inverte tendenza"
Ribaltare la prospettiva, accrescere gli investimenti, puntare sull'innovazione, semplificare l'amministrazione, definire il risanamento dei conti, valorizzare i territori, guardare con fiducia al futuro della Sicilia. Così possono essere sintetizzati i punti di attacco al perdurare della crisi economica che ha connotato l'anno appena chiuso e che emerge dall'analisi congiunturale del 2019 e dai dati economici previsionali per il 2020 della Sicilia che anche quest'anno l'assessorato regionale all'economia presenta. L'appuntamento è per domani alle 11, quando l'assessore all'Economia, Gaetano Armao, terrà una conferenza stampa via Facebook. "La nostra Regione - dice Armao - si è trovata ad attraversare una congiuntura difficile in un'Italia che, in termini di crescita, raggiunge il dato più basso in Europa e che per il Mezzogiorno chiude il peggior decennio dal secondo dopoguerra. Un'economia debole che allarga il divario Nord-Sud allontanando per le Regioni meridionali la possibilità di ritornare ai livelli pre-crisi 2008 (per la Sicilia manca ancora il 13%). Da qui emigrazione, sopratutto intellettuale, desertificazione imprenditoriale, spopolamento, degrado sociale, decadimento della qualità della vita, crescita di emarginazione e povertà. L'emblema del fallimento della coesione dello Stato". "Nel decennio - aggiunge - lo Stato non ha rispettato la clausola del 34% (gli investimenti ordinari devono essere almeno proporzionali alla popolazione residente nel Mezzogiorno), la mancata applicazione di questa clausola ha sottratto al Mezzogiorno circa 3,5 miliardi di investimenti solo nel 2018, mentre la sua piena attuazione determinerebbe, da sola, una crescita aggiuntiva del Pil di 0,6%. Tale criterio - sufficiente a garantire l'eguaglianza - declinato per la Sicilia determina una quota dell'8,4% sulla spesa pubblica che raggiunge appena il 5,6%, con una perdita secca per i nostri cittadini, nel decennio, di oltre dieci miliardi". "Nel 2015 e 2017, anche quando il Sud ha manifestato un breve sussulto nella crescita del prodotto interno (rispettivamente +1,4 e +1%) la Sicilia - conclude Armao - ha conseguito risultati più che dimezzati (+0,5 e +0,4%, con la sola eccezione del 2016, anno nel quale si sono manifestati i flebili effetti della rendicontazione dalla programmazione Ue 2007-14, +0,3%), segnando un ulteriore arretramento. Sopratutto a causa delle miopi scelte statali, dal 2018 la Sicilia è attanagliata dalle traiettorie recessive di un Sud ormai ridotto ai minimi termini. Ma se l'indebolimento dell'economia nazionale continua a produrre effetti negativi sulla Sicilia, le previsioni della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale 2020-22 evidenziano che nel 2020 ci sarà una crescita di +0,1%, le stime migliorano per il 2021-22 con +0,6 per anno. La tendenza si sta invertendo e si prepara la ripresa. Ma occorre - lo ha più volte richiesto il presidente Musumeci - un deciso rilancio degli investimenti di parte statale".