Lavoro, il 37% delle tredicesime pagate nel Nord ovest: meno soldi a siciliani e sardi
La 'gratifica' di fine anno si concentra (prevalentemente) nelle tasche dei lavoratori settentrionali: esaminando il volume complessivo delle tredicesime nette (12,5 miliardi), infatti, si scopre come 3,7 miliardi di euro (il 37% del totale) sarà a disposizione dei residenti nelle regioni del Nord-Ovest, mentre il 26% (3,3 miliardi) verrà pagato nell'area del Nord-Est, mentre nel Mezzogiorno la quota sarà del 16%, del 5% nelle Isole ed il Centro della Penisola, infine, potrà contare sul 20% del totale delle mensilità aggiuntive di dicembre. Lo si legge nel dossier realizzato dall'Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro.
La variazione degli stipendi a livello territoriale, nella nostra Penisola, e "la maggiore diffusione del part time nel Meridione" (appannaggio, spiegano i consulenti, in buona parte della platea di occupate, giacché tale "forma di lavoro caratterizza quasi la metà del lavoro femminile, il 46,4%, mentre è pari al 16,2% fra gli uomini"), comportano che la tredicesima media percepita da un dipendente sardo, o da un siciliano (pari a 746 euro) sia inferiore di 210 euro rispetto alla media italiana (-28%), e di 331 euro al confronto con i lavoratori del Nord-Ovest (-44%). La tredicesima mensilità, si ricorda nel rapporto, "è stata introdotta nel 1936 per i soli impiegati del settore industriale, ma si è dovuto attendere il decreto del presidente della Repubblica del 28 luglio 1960 n. 1070 perché il beneficio venisse esteso a tutti i lavoratori".