La Digos di Enna scopre un 'filone nero': pronti a costituire il partito nazista
"Possiamo avere a disposizione armi e esplosivi, sforneremo soldati pronti a tutto. Presto costituiremo il Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori". Il nuovo aspirante fuhrer in salsa italiana ha il volto di una donna: di giovani ragazze o di quello di una madre di 45 anni che si definiva 'sergente di Hitler'. Donne che con i loro suoi seguaci erano pronte ad irrompere in tutta Italia sulla scena dell'estremismo di destra con un proprio soggetto politico mentre sui social si arruolavano nuove leve: ad addestrarli c'era un ex pentito della 'ndrangheta. Si avvicina molto ad un romanzo di fantapolitica la vicenda del gruppo di 19 estremisti indagati in tutta Italia, per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva ed istigazione a delinquere. A rivelare il sottobosco filonazista, con un insolito vertice al femminile, sono state le indagini della Digos di Enna e del Servizio Antiterrorismo Interno che hanno portato a perquisizioni in tutta Italia. Il movimento, farcito di retorica antisemita e xenofoba, affascinava gli estremisti neri da Nord a Sud, dalla Sicilia al Veneto, in varie città come Siracusa, Milano, Bergamo, Genova, Imperia, Livorno, Torino, Cuneo, Padova e tante altre. E tra loro c'erano diverse donne: dall'impiegata di un'azienda, una mamma 45enne originaria di Cittadella che evidentemente conduceva una doppia vita, a una 26enne che avrebbe partecipato e vinto il titolo di 'Miss Hitler' (nella foto grande di copertina). Le adepte del fuhrer spesso vestivano in modo da poter rendere visibili i simboli del loro fanatismo, con svastiche, marchi delle Ss e croci celtiche. "Io sposerei un ebreo solo per torturarlo giorno dopo giorno", diceva una di loro. E ancora: "Solo a parlare dei giudei mi viene il prurito, brutte bestie vanno sterminati". Tra il materiale sequestrato anche volantini con insulti ai parlamentari Emanuele Fiano e Laura Boldrini. Tutti erano in contatto attraverso una chat chiusa denominata "Militia" e finalizzata all'addestramento dei militanti. In particolare, questo ruolo era affidato ad un pregiudicato calabrese, ex "legionario" ed esponente di spicco della 'ndrangheta, con un passato da collaboratore di giustizia e già referente di Forza Nuova per il ponente ligure. "Sono in grado di acquistare armi con un prezzo vantaggioso", diceva lo 'ndranghetista, alludendo con altri all'intenzione di "sfornare soldati pronti a tutto" mentre sui social si reclutavano nuovi adepti. Una serie di legami erano stati stretti anche all'estero: il gruppo cercava anche di accreditarsi in diversi circuiti internazionali avviando contatti con organizzazioni di rilievo come "Aryan Withe Machine - C18" (gruppo che ha dei riferimenti ai "Combattenti di Adolf Hitler" ed è espressione del circuito neonazista Blood & Honour inglese) ed il partito d'estrema destra lusitano "Nova Ordem Social". E' stata anche verificata la partecipazione di alcuni componenti alla "Conferenza Nazionalista" svoltasi lo scorso 10 agosto a Lisbona con l'obiettivo di creare un'alleanza transnazionale tra i movimenti d'ispirazione "nazionalsocialista" di Portogallo, Italia Francia e Spagna. Anche in questo caso ad intervenire a nome del neonato partito nazionalsocialista italiano è stata una donna, che in veste di relatrice alla conferenza attirava l'attenzione dei partecipanti con accese parole antisemite. Le indagini sono state portae a termine dalla Digos di Ennacon l'ntiterrorismo, coordinate dalla Dda di Caltanissetta.
PADOVANA CHATTAVA SU FACEBOOK RUSSO: IL MARITO ALL'OSCURO DI TUTTO
Ha 48 anni, abita a Curtarolo, fa l'impiegata, ha figli e il marito risulta non fosse a conoscenza della sua vicinanza al nazifascismo. E' quanto emerso sulla padovana indagata nell'ambito dell'inchiesta "Ombre nere" che ha portato alla perquisizione di 19 persone in tutta Italia perché impegnate a fondare un nuovo movimento xenofobo e antisemita denominato "Partito Nazionalsocialista Italiano dei lavoratori". L'inchiesta, partita dalla distrettuale di Caltanissetta, ha portato la Digos anche nell'Alta Padovana. La donna, che aveva una posizione di vertice nell'inquadramento del gruppo, aveva partecipato ad un raduno internazionale a Lisbona, in cui si erano riuniti altri esponenti europei legati a movimenti xenofobi e razzisti.Anche lei, come il resto del gruppo, chattava con VContact, il facebook russo, per evitare di essere tracciata dalla polizia europea e italiana. La polizia stamane le ha sequestrato volantini, striscioni, materiale inneggiante Hitler, bandiere con svastiche e insulti a Emanuele Fiano. Tutto era nascosto dietro ad un armadio.