Cisl scuola, a Pozzallo i vertici del sindacato: "Possiamo essere la culla di un nuovo modello"
Un incontro aperto dalle incalzanti domande degli studenti, che hanno messo sul piatto le questioni più scottanti del mondo della scuola, dalla fuga di cervelli alla mancanza di strutture capaci di garantire un futuro. “Vogliamo una scuola capace di dare risposte in ogni luogo e in qualsiasi condizione, - ha dichiarato la segretaria Gissi, che, nel suo intervento, si è soffermata anche sull'alternanza scuola – lavoro. “Si può fare ovunque, purchè sia dignitosa e fuori dalle logiche del ricatto. Il lavoro onesto è dignità. Voi non dovete essere patrimonio di nessuno, - ha poi aggiunto rivolgendosi direttamente agli studenti - avete autonomia di giudizio nel fare le scelte, insieme potete essere più forti”. Quindi un messaggio alle istituzioni, ai sindaci di Pozzallo e Modica che erano presenti, in primis, affinchè facciano rete e creino consorzi. “Mettete da parte l'autoreferenzialità e unite le vostre eccellenze, per dare a tutti le stesse opportunità”. Un appello accorato, quello di Lena Gissi, per “studenti che sono anime alle quali dare risposte, ognuna con il proprio vissuto e tanta voglia di riscatto”. Per la segretaria nazionale una nuova scuola può davvero nascere in Sicilia, ma occorre partire da una mappatura dei finanziamenti realmente utilizzati per l'occupazione in Sicilia, contro la dispersione scolastica e il disagio giovanile. “I ragazzi devono sapere quanti soldi arrivano qui e come saranno spesi per loro. Devono pretendere di più dai propri docenti, devono chiedere una didattica innovativa”. Infine quasi un urlo liberatorio: “Fuori la politica dalla scuola. Ripartiamo dalle coscienze e dagli insegnamenti di Giorgio La Pira e Don Milani”.
L'incontro, che ha visto la presenza di numerosi dirigenti scolastici delle province di Ragusa e Siracusa, è stato moderato dal Segretario Generale di Cisl Scuola Ragusa - Siracusa Giovanni Migliore. “Siamo la culla della cultura – ha affermato – e possiamo essere la culla di un nuovo modello scolastico. Qui sono nati grandi uomini e vogliamo che si colmino i gap infrastrutturali che da sempre ci penalizzano per far tornare i nostri figli che vivono e lavorano al nord o all'estero”.
In apertura a portare i suoi saluti istituzionali è stato il sindaco Roberto Ammatuna. “L'Italia oggi è qui, - ha dichiarato – grazie alla serietà di persone come la segretaria Gissi che mi aveva promesso la sua presenza e ha mantenuto la parola. La sua è una testimonianza importante in una città che ha sempre svolto, e che svolge tutt'ora, un ruolo centrale nella politica delle migrazioni. Ci siamo sforzati al massimo, negli ultimi anni, non solo per garantire a tutti la giusta accoglienza, ma anche per l'integrazione. La nuova scuola deve ripartire proprio da qui, quindi, perchè il futuro del nostro Paese sta nell'incontro tra razze e culture, - ha concluso - soprattutto tra i giovani”.
Ma c'è un altro “ingrediente” che “la nuova scuola” che Cisl vuole costruire non può non avere se vuole riuscire nell'impresa di formare i lavoratori di domani ed è il rispetto della storia e degli insegnamenti del passato. E' proprio il concetto che ha voluto sottolineare la Segretaria Regionale Cisl Scuola Sicilia Francesca Bellia, per la quale è fondamentale anche rivedere tutti i processi di orientamento. “Non basta far capire ai ragazzi dove devono andare dopo le scuole medie, il successo formativo di ogni studente – ha detto - passa dal fargli scoprire il proprio talento e dal guidarli per far capire loro per quale professione siano più portati”.
Sull'importanza della storia si è soffermato anche Paolo Sanzaro, Segretario UST Ragusa Siracusa, secondo il quale “per far si che questa terra abbia un futuro dobbiamo creare un collegamento tra gli anziani e i giovani, che devono poter rimanere o tornare qui col loro bagaglio di esperienza. I nostri ragazzi – ha proseguito - devono viaggiare, studiare, imparare le lingue e vedere il mondo coi propri occhi, ma con la speranza e l'obiettivo di ritornare a casa. Per fare questo, bisogna invertire quella tendenza che vede tutte le città meridionali in basso nelle classifiche per qualità della vita. Il ruolo del sindacato, in tal senso, è quello di fotografare le criticità, fare rete e creare opportunità”.
Creare opportunità. E' esattamente il concetto sul quale si è soffermato il sindaco di Modica, Ignazio Abbate, che ha voluto sottolineare come molto spesso di opportunità lavorative i giovani non ne trovino nemmeno dopo una laurea triennale. “Per questo, - ha spiegato - stiamo lavorando affinchè ogni anno 25 ragazzi che escano da un nostro istituto vengano assunti, e in quest'ottica abbiamo avviato contatti con imprese e università. Ricordiamoci sempre che un'altra provincia di Ragusa non esiste in nessuna parte d'Italia, le potenzialità che ci sono qui sono rare e vanno sfruttate”.
Dello stesso avviso anche la nuova dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Viviana Assenza, che ha evidenziato come “il nostro territorio ha luci ed ombre, ma è fatto anche di eccellenze. Le scuole ragusane – ha proseguito - lavorano bene, con attività didattiche finalizzate a far emergere talenti e a garantire ad ogni studente le medesime opportunità di riscatto e realizzazione”. Quindi un invito ai giovani presenti. “Non dimenticate mai che su di voi hanno investito le famiglie, la scuola, lo Stato, e mi rattrista sentirvi parlare di emigrazione. Viaggiate, ma con la prospettiva di tornare e di portare qui il vostro nuovo bagaglio di conoscenze ed esperienze”. In chiusura ha preso la parola il Segretario Regionale Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio. “Non è vero che i nostri ragazzi sono distratti e disinteressati del loro avvenire, - ha detto - siamo noi che non riusciamo a capirli”. Per Cappuccio la ricetta per una nuova scuola che riparta dal Sud passa da politiche fiscali vantaggiose e infrastrutture efficaci, motivo per il quale non bastano le ZES, bisogna chiedere l'istituzione delle ZES turistiche. “Come Cisl Scuola ci stiamo battendo con decisione per il riscatto di quest'Isola, e per chiudere quel circolo vizioso che sta già portando allo spopolamento, dato che molti se ne vanno e altri scelgono di non mettere al mondo dei figli. Un'altra battaglia importante che stiamo conducendo – ha rimarcato – è quella per i fondi europei, ma serve un patto forte tra il governo regionale e quello nazionale per un serio piano dedicato allo sviluppo del sud. Istituzioni, parti sociali e imprese devono camminare insieme”.