Ucciso davanti alla figlia a Palermo, imputato assolto in Corte d'Appello
La corte d'appello di Palermo, ribaltando la sentenza di primo grado, ha assolto dall'accusa di omicidio Salvatore Gregoli, accusato dell'assassinio di Giampiero Tocco (nella foto), rapito e ucciso a ottobre del 2006, da un commando di killer di Cosa nostra travestiti da agenti di polizia. La vittima venne sequestrata mentre era in auto con la figlia di 6 anni che chiamò terrorizzata la madre al telefono dopo aver visto portare via il padre. In abbreviato, in primo grado, aveva avuto 30 anni. Gregoli era difeso dall'avvocato Giovanni Rizzuti. Grazie ai disegni in cui la piccola ricostruì le drammatiche fasi del sequestro gli inquirenti sono riusciti a risalire ai responsabili. Tocco fu rapito, torturato e ucciso col metodo della lupara bianca. Per l'omicidio sono stati condannati all'ergastolo i boss di San Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo e Damiano Mazzola, mandanti dell'agguato e a otto anni i collaboratori di giustizia Gaspare Pulizzi e Francesco Briguglio, accusati del sequestro e dell'uccisione. Grazie alle rivelazioni del pentito Antonino Pipitone, due anni fa sono stati scoperti i ruoli nell'assassinio di altre persone: Salvatore Gregoli, Vincenzo e Giovanbattista Pipitone, gli ultimi due sono stati processati in ordinario. Nell'auto della vittima gli investigatori che indagavano sui clan palermitani avevano piazzato delle cimici che registrarono la telefonata che la bambina fece alla madre dopo che il padre venne portato via dal commando. Tocco fu ucciso perché i Lo Piccolo lo ritenevano tra i responsabili dell'omicidio di Giuseppe Di Maggio, figlio di don Procopio, boss di Cinisi.