"I Fatti di Avola" in una mostra a Montauban di Elia Li Gioi
Opere d’arte in esposizione, dipinti, foto rielaborate e persino l’installazione di un totem realizzato con pezzi dei barconi dei migranti, per fare conoscere per la prima volta ai francesi i “ Fatti di Avola del 2 dicembre ‘68”. A Montauban, cittadina francese gemellata da diversi anni con Avola, al teatro Olympe de Gouges, fino al 21 febbraio è allestita la mostra dell’artista avolese ed ex sindaco della città Elia Li Gioi, dal titolo “ Giù i muri, diamo spazio all’uomo”. Inaugurata l’8 febbraio scorso alla presenza delle autorità locali, tra cui il sindaco della cittadina francese Brigitte Barèges, la mostra delle opere di Elia Li Gioi in Francia rientra nel programma del cinquantesimo anniversario della Fondazione fiorentina “ Dante Alighieri”, diretta oltralpe da Alain Crivella, promotore dell’evento culturale che fino ad oggi ha richiamato centinaia di visitatori e appassionati d’arte. Nelle opere di Li Gioi il racconto, sia artistico che fotografico, della tragedia dei “ Fatti di Avola” del ’68, in cui durante lo sciopero bracciantile persero la vita angelo Sigona e Giuseppe Scibilia, quest’ultimo bracciante avolose colpito a morte assieme al Sigona dalle pallottole sparate in contrada Chiusa dio Carlo dalla polizia di Stato mandata sul posto per fronteggiare il blocco stradale dei lavoratori avolesi. Il totem dedicata alle continue tragedie dei migranti che attraversano il mar Mediterraneo per raggiungere la salvezza in Italia ,alto oltre tre metri, costruito da Li Gioi con pezzi di legno dei barconi dei migranti sbarcati sulla costa del siracusano, al termine della mostra verrà donato alla cittadina francese. A presentare la mostra di Li Gioi, analizzando gli aspetti storico-politici-economici dei periodi tematici delle opere legate col passare degli anni da un filo conduttore, è stato l’avolese Giovanni Di Maria, già autore di un cortometraggio assieme a Gioacchino Tiralongo sui Fatti di Avola: “ Nell’incontro tra due città europee, esporre delle opere di Elia Li Gioi è un invito a riflettere su un territorio siciliano oggi conosciuto da molti come un’ambita meta turistica. I racconti di Elia in mostra raccontano però un altro mare ed un’altra campagna: il mare atroce che da decenni continua a piaggiare resti di imbarcazioni affondate assieme a cadaveri di migranti in fuga da guerre, violenze e miserie, ed una campagna che è stata teatro di orgogliose ed anche drammatiche lotte bracciantili, oggi divenite un luogo di sfruttamento di una manodopera, costituita in buona parte da immigrati extraeuropei.”
Antonio Dell’Albani