Decreto sicurezza, sindaco di Siracusa: difficile interpretare la legge
La giunta comunale di Siracusa ha spedito una lettera al presidente della Repubblica e al capo del governo, lamentando le difficoltà applicative del decreto sicurezza riguardo al divieto di iscrizione all'anagrafe dei richiedenti asilo. Il sindaco Francesco Italia e gli assessori osservano che l'art. 13 prevede che il permesso di soggiorno non costituisce titolo per l'iscrizione anagrafica e chiedono che della norma "vada resa una interpretazione coerente sia all'impianto normativo del nostro ordinamento, sia soprattutto alle norme costituzionali, ai principi comunitari e alle convenzioni internazionali". "La mancata iscrizione all'anagrafe - si legge nella lettera, inviata per conoscenza anche ai presidenti nazionale e regionale dell'Anci, Antonio Decaro e Leoluca Orlando - rende impossibile o fortemente comprime per i richiedenti asilo (che in genere attendono per più di un anno la definizione della propria richiesta) l' esercizio di varie libertà cui pure avrebbero diritto. Tutta da scoprire sarebbe (in primo luogo da parte degli uffici amministrativi) la valenza del "documento di riconoscimento" che l' art. 13 attribuisce alla richiesta del permesso di soggiorno, in assenza di iscrizione anagrafica. Gravissime ed esiziali sarebbero quindi le conseguenze per gli interessati, pur meritevoli di una peculiare tutela. Laddove la norma fosse interpretata nel senso dell'implicita ed inspiegabile introduzione del divieto, la stessa sarebbe dissonante rispetto alla normativa legislativa ordinaria in materia (che rimane vigente) che prevede, ad esempio, che "le iscrizioni e variazioni anagrafiche dello straniero regolarmente soggiornante sono effettuate alle medesime condizioni dei cittadini italiani" (art. 6 comma 7 D.Lgs. 286/1998).