Decreto sicurezza, il sindaco di Palermo: è contro la Costituzione, non lo applico
"Non arretro, non c'e' motivo di arretrare, io ho assunto una posizione che non e' ne' di protesta, ne' di disubbidienza, ne' di obiezione di coscienza. Ho assolto alle mie funzioni istituzionali di sindaco, l'ho fatto in modo formale il 21 dicembre, senza fare alcun comunicato". Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, tornato a parlare della sua decisione di non applicare il decreto Sicurezza su Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", la notte scorsa. "C'e' una parte di competenza comunale - ha proseguito Orlando - nella quale il decreto manifesta il suo volto disumano e criminogeno perche' stiamo parlando di quella parte del provvedimento che rende concretamente illegittimi coloro che sono legittimi. Siamo in presenza di un provvedimento che rende coloro che hanno un regolare permesso di soggiorno ad essere dall'oggi al domani senza diritti. Tutto questo e' in palese violazione dei diritti costituzionali. E' dovere di un sindaco - secondo Orlando - non scaricare sui dipendenti comunali la responsabilita', per questo ho disposto per iscritto di sospendere l'attuazione di questo decreto, perche' siamo in presenza di una violazione di diritti umani che non sono poi risarcibili". Il decreto, ha sostenuto Orlando, "e' un attentato alla sicurezza del nostro Paese. La reazione di Salvini conferma il degrado della cultura politica del nostro Paese. Considero la posizione di Salvini e questo provvedimento un insulto agli italiani e alla Costituzione. Io ero docente di Diritto Costituzionale all'Universita', so di cosa parlo e so a cosa vado incontro. L'anima di Palermo e' un'anima accogliente, questa citta' vive in una condizione di sicurezza proprio perche' accogliendo facciamo sentire a casa propria tutti i cittadini. Il mio e' un contributo alla sicurezza, in un Paese democratico la sicurezza si garantisce attraverso la garanzia dei diritti di tutti e non soltanto degli amici, dei componenti di un clan o di un gruppo. Ho trasmesso ai sindaci che me l'hanno chiesto una copia del provvedimento formale che abbiamo preso. Nessuno dica che siamo un modello o un esempio, noi soltanto la concreta dimostrazione che e' possibile davanti a un comportamento eversivo dell'attuale Governo rispettare la Costituzione".
IL SOTTOSEGRETARIO CANDIANI: NON MANDEREMO I CARABINIERI, MA CI SONO SANZIONI
"Ci sono le sanzioni per chi trasgredisce le leggi. Non manderemo i carabinieri: ci sono gli strumenti di legge per rispondere. E poi, di certo, non si puo' pensare di disapplicare una legge e pretendere le risorse che quella stessa legge prevede". "Lo ha detto il sottosegretario all'Interno, Stefano Candiani, esponente della Lega, a Radio Anch'io su Rai Radiouno. "Si tratta di norme - ha aggiunto - che la maggiorparte dei sindaci ha chiesto anche per mettere ordine alla questione della migrazione. Questo e' diventato un caso perche' uno sparuto numero di sindaci si e' messo strumentalmente contro Salvini, con una posizione totalmente ideologica".