Etna, la Regione siciliana chiederà lo stato di calamità
Dichiarazione dello stato di calamità nazionale e un Piano regionale straordinario antisismico. Queste le iniziative più importanti deliberate dalla Giunta regionale siciliana, riunita in seduta straordinaria a Catania, su proposta del presidente Nello Musumeci a seguito del terremoto di ieri nell'area etnea. Contestualmente è stata avanzata al governo centrale la richiesta per la dichiarazione dello stato di emergenza. "Siamo intervenuti con rapidità - evidenzia il presidente della Regione - come la gravità del caso richiedeva. Auspichiamo che adesso il governo centrale possa deliberare la nostra richiesta, insieme alle risorse necessarie per i primi interventi. Nel contempo, abbiamo approvato anche un Piano straordinario antisismico che prevede una ricognizione, da parte della Protezione civile regionale e del Genio civile, degli edifici strategici e del loro grado di sicurezza in caso di terremoto. Non abbiamo ancora il quadro chiaro dell'effettivo ammontare dei danni, perché i sopralluoghi sono solo all'inizio". Alla seduta della Giunta ha partecipato anche il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti. Sei i Comuni più colpiti (Aci Catena, Aci Sant'Antonio, Acireale, Santa Venerina, Viagrande e Zafferana Etnea) con una popolazione di circa 130 mila persone. Le frazioni nelle quali si sono registrati i maggiori danni sono Santa Maria La Stella e Lavinaio (ad Aci Sant'Antonio), Pennisi e Piano d'Api (Acireale), Linera e Cosentini (Santa Venerina), Fleri e Pisano (Zafferana Etnea). Trentuno le persone che si sono presentate autonomamente in ospedale, a seguito di traumi, escoriazioni o da crisi di ansia, undici quelle arrivate in ambulanza. Dieci al momento sono ancora ricoverate. Il sisma si è verificato al terzo giorno dall'inizio dell'eruzione che in atto sta interessando le porzioni sommitali del vulcano Etna e la Valle del Bove. Nel corso degli ultimi tre giorni, la sismicità registrata ha coinvolto diversi settori del vulcano: nelle prime ore del 24 dicembre si è manifestata in area sommitale, dalla superficie fino a 2 chilometri di profondità sotto il livello del mare. Successivamente, si è posizionata lungo la parete occidentale e meridionale della Valle del Bove, fino a profondità di 4, 5 chilometri sotto il livello del mare. Quattrocento le persone che ieri sera non sono potute rientrare in casa. I Comuni, a seguito di una convenzione con Federalberghi predisposta dalla Protezione civile regionale, hanno provveduto a ricoverare tutti quelli che ne facevano richiesta in strutture ricettive: 36 ad Aci Sant'Antonio, 100 ad Acireale, 31 a Santa Venerina, 8 a Viagrande e 231 a Zafferana Etnea. Al momento le richieste di sopralluogo sono 1.791.