Avola, Vanessa una vita d’inferno per un parto sbagliato al “Di Maria”
E’ decisa a non mollare, di raccontare questa storia di malasanità avvenuta ad Avola, il 15 aprile del 2002, un giorno che non dimenticherà mai nella sua vita. Graziella Zocco, 41 anni, casalinga avolese, intende raccontare la storia di sua figlia Vanessa, 16 anni, a tutta Italia, e chiede l’attenzione dei media per un caso che ha travolto la vita di una famiglia. C’è pure una battaglia giudiziaria in corso cominciata nel 2005 tra Salvatore Denaro, 44 anni, il papà di Vanessa, la mamma Graziella e l'Azienda sanitaria. "Non è una questione di soldi - dicono i genitori della ragazzina - ma di giustizia e vogliamo che i responsabili paghino per quell’errore professionale". Oggi al "Di Maria" non si nasce più per la chiusura del reparto. Qualche mese dopo la tragedia che ha colpito la famiglia Denaro, il punto nascite fu spostato al "Trigona" di Noto. La ragazzina è quasi un "vegetale", ha bisogno delle cure della mamma notte e giorno, nonostante gli sforzi di papà e mamma che hanno girato l'Italia per assicurarle i migliori luminari della medicina. Ma cosa accadde sedici anni fa ad Avola? Vanessa nasce ad Avola nell 'aprile del 2002 con una gravissima asfissia neonatale. La signora Graziella viene ricoverata di sabato, ma il travaglio inizia la domenica notte e la bimba nasce dopo un parto indotto e soprattutto difficile il lunedì a mezzogiorno. "Quella mattina - dice la signora - mio marito era in sala parto, ma i medici vedendo l'aggravarsi della situazione lo sbattono fuori. Lui capisce che c'è qualcosa che non va e riesce nuovamente ad entrare e vede che le cose si stanno complicando. Vanessa dopo mille manovre, nasce da parto naturale, non piange ed ha un indice di apgar bassissimo. Viene trasferita d'urgenza all'ospedale Umberto I di Siracusa dove arriva con tantissime crisi convulsive e quindi viene assolutamente sedata. A casa ritorna alla fine di maggio con una bella diagnosi :'Bimba nata da grave asfissia neonatale', fin qui il racconto di Graziella Zocco. Inizia così il calvario di mamma e papà cominciano i viaggi della speranza. Si rivolgono a centri specializzati di Catania, poi ricoverano la bimba a Troina per arrivare al Gaslini di Genova, ma tutti confermano la diagnosi dell'ospedale di Siracusa. "Nel 2005 - racconta con rabbia Salvatore Denaro - decidiamo di denunciare il caso all'autorità giudiziaria, ci rivolgiamo al perito di parte che conferma che si è trattato di un caso di malasanità, ci fu imperizia quella mattina in sala parto. Ad oggi non abbiamo ancora avuto giustizia per nostra figlia. Due anni fa per chiudere la vicenda giudiziaria, la compagnia di assicurazione che tutela l' azienda sanitaria ci ha offerto 160 mila euro che abbiamo rifiutato". Sapete com'è mia figlia, dice la madre:" Vanessa oggi ha 16 anni, non parla, non cammina ed è affetta da un gravissimo ritardo cognitivo. Voglio solo giustizia e che casi come quelli di Vanessa non si ripetano mai più. Chi ha sbagliato quella mattina deve pagare adeguatamente". Vanessa è accudito con grande amore nonostante le mille sofferenze ed ha pure un fratellino, nato nel 2005. "Furono i medici del Gaslini di Genova a dirci chiaramente che la patologia di Vanessa non era genetica e che si era trattato di un errore sanitario. Così è nato il fratellino di nostra figlia. Anche lui, come noi si sente impotente di fronte ad un dramma".
C.M.