"Una vita per la famiglia e la comunità", l'addio di Ragusa a Maria Zarba
Funerali oggi a Ragusa per Maria Zarba, la donna di 66 anni, barbaramente uccisa a Ragusa l'11 ottobre scorso. I figli con le loro famiglie, i nipoti, sono stati nella cattedrale di San Giovanni, a vegliare sin dal mattino, quando e' stata allestita la camera ardente. Unico indagato per l'omicidio e' l'ex marito, Giuseppe Panascia, 74 anni. "Una vita donata, vissuta, spesa per la famiglia e la comunità parrocchiale. Una catechista - ha detto nell'omelia don Paolo La Terra - un ministro straordinario dell'Eucarestia, pronta a darsi da fare per chi aveva tanto bisogno. Sono queste le cose che Maria porta davanti a Dio. Nulla di buono, bello, giusto, nobile e puro, cade nel dimenticatoio davanti a Dio". Il sacerdote ha ricordato il grido di Cristo sulla croce, prima di morire: "Dio mio, Dio mio, perche' mi ha abbandonato? In quel grido ci sta anche il grido di Maria, non era sola nella sua morte, e' la stessa morte ingiusta che ha preso Cristo. Cambiano i chiodi, ma nella ingiustizia e nella spietatezza - non sappiamo se per liberta' o per follia - il grido di Maria e' lo stesso grido di Gesu'". Don Paolo, davanti ai familiari della donna tantissimi amici e conoscenti piu' volte ha parlato di un gesto incomprensibile, quello che ha portato alla morte della donna, "liberta' o follia", ha detto diverse volte, "non lo sapremo mai". Ha poi ricordato il patrimonio di amore lasciato dalla donna e che "deve essere eredita' per chi sopravvive", e la necessita' di "quella giustizia che e' umanamente fondamentale". L'ex marito e' rinchiuso in carcere dal 13 ottobre. Si attendono a giorni gli esiti di confronto del dna tra i campioni prelevati da Maria Zarba e le tracce ematiche rinvenute sull'auto con la quale l'uomo si e' allontanato dall'abitazione dove la vittima e' stata trovata uccisa. "Ti salutiamo nonna, come facevi tu al telefono, sempre: ci dicevi non e' un addio, ma un arrivederci", dice una delle nipoti a fine cerimonia, sostenuta dal padre, ricordando l'amore della nonna per il mare, per gli altri e per i nipoti. Un malore ha colpito uno dei parenti. Un mese intero quello trascorso dall'omicidio ad oggi, un mese in cui il corpo della donna e' stato a disposizione dell'autorita' giudiziaria per compiere tutti gli accertamenti necessari a ricostruire piu' fedelmente possibile quanto accaduto in quel tremendo pomeriggio dell'11 ottobre. La salma e' stata trasferita al cimitero di Vittoria, citta' di origine della donna.