Virginia Raggi assolta per l'inchiesta sulle nomine
E' scoppiata in un pianto liberatorio e ha abbracciato tra gli applausi i suoi avvocati. Così la sindaca di Roma Virginia Raggi ha accolto la sentenza che la vedeva imputata nel processo sulla nomina di Renato Marra con l'accusa di falso.
La Raggi, in trench beige, era arrivata accompagnata dal marito Andrea Severini. E' la prima volta che lui l'accompagna da quando è cominciato il processo. In Aula, oltre a tanti giornalisti, presenti anche alcuni consiglieri M5S. Il vicepremier Luigi Di Maio esclude modifiche al codice etico del M5s in relazione al processo: "Si è sempre applicato nel M5s. Ho sentito anche di quello che si dice in questo momento, che si sta provando a modificare il codice, ma non c'è nessuna volontà di fare alcuna cosa del genere. E' una questione di coerenza".
E il blog delle dei Cinque Stelle pubblica le precisazioni sul Codice etico del Movimento: "In riferimento alle notizie di stampa secondo cui ieri il procuratore aggiunto Paolo Ielo, nel corso del dibattimento per il processo che vede coinvolta Virginia Raggi, ha sostenuto che l'ipotetico falso sarebbe stato da quest'ultima commesso perché 'in base al Codice etico allora vigente nel MoVimento 5 Stelle avrebbe dovuto dimettersi' nel caso di iscrizione nel registro degli indagati, si precisa che: non esiste un Codice etico antecedente a quello attuale; esiste, invece, un Codice di comportamento per i candidati eletti del MoVimento 5 Stelle alle elezioni amministrative di Roma del 2016.
L'articolo 9 di tale Codice prevedeva al capo A l'obbligo per il sindaco di dimettersi 'se, durante il mandato sarà condannato in sede penale, anche solo in primo grado' o 'l'impegno etico di dimettersi laddove in seguito a fatti penalmente rilevanti venga iscritto nel registro degli indagati e la maggioranza degli iscritti al MoVimento 5 Stelle, mediante consultazione in rete, ovvero i garanti del movimento decidano per tale soluzione'. Pertanto non esisteva alcun automatismo ma un meccanismo che comportava una valutazione caso per caso. A conferma di quanto sopra, la stessa sindaca ha correttamente ricordato i casi dei sindaci Federico Pizzarotti e Filippo Nogarin i quali, a seguito della loro iscrizione nel registro degli indagati per due differenti eventi, non si sono dimessi e non hanno subito alcun procedimento disciplinare per tale motivo. Si precisa che il sindaco Pizzarotti è stato sospeso per non aver dato comunicazione del procedimento di cui era a conoscenza da vari mesi e non già per il procedimento in sé. La stessa Virginia Raggi, pure indagata nel luglio 2016 dalla procura di Roma (procedimento immediatamente archiviato), non ha subito alcun procedimento disciplinare".