Due operai morti in diga, sei persone indagate ad Agrigento
La procura di Agrigento ha chiuso l'inchiesta sull'incidente che ha provocato la morte di due operai della Diga Furore di Naro, il 9 ottobre dell'anno scorso. Gaetano Camilleri, 56 anni, e Francesco Gallo, 61 anni, dipendenti del Dipartimento regionale Acque e rifiuti, restarono uccisi dopo una caduta da oltre trenta metri di altezza, finendo su una vasca a forma di imbuto. Secondo quanto ipotizza il procuratore aggiunto Salvatore Vella, che ha fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari a sei persone, i due operai, per eseguire dei lavori di manutenzione in un pozzo, sarebbero saliti su un "cestello di realizzazione artigianale e non omologato, utilizzato impropriamente come attrezzatura di sollevamento". L'avviso di fine inchiesta, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, e' stato notificato a Francesco Mangione, 54 anni, di Naro, operaio istruttore che avrebbe azionato con una pulsantiera il cestello che precipito' per la rottura di un anello ossidato; Giuseppe Cacciatore, 52 anni, di Agrigento, ingegnere responsabile per la sicurezza sul lavoro nella diga; Pietro Francesco Antonio Di Benedetto, 67 anni, di Palermo, responsabile del servizio di prevenzione; Francesco Greco, 60 anni, di Santa Flavia (Palermo), delegato alla sicurezza sul lavoro; Luigi Plano, 52 anni, di Raffadali, preposto alla Diga Furone e Biagio Sgro', 62 anni, di Enna, responsabile del servizio di gestione infrastrutture del dipartimento regionale dell'Acqua e dei rifiuti.