Femminicidio a Ragusa, Maria Zarba massacrata con 5 colpi di ascia
Maria Zarba è stata uccisa con una ferocia inaudita. E' quanto accertato il medico legale, Giuseppe Iuvara, nell'autopsia eseguita sul corpo della donna uccisa la scorsa settimana nella sua abitazione di via Odierna 51 a Ragusa. L'esame autoptico, non è stato concluso, ma già emergono elementi che potrebbero essere utili alle indagini della squadra mobile del capoluogo ibleo. La vittima sarebbe stata colpita cinque volte dal suo assassino. Il killer l'avrebbe tramortita con un'ascia, oppure con un'arma a punta.
I colpi inferti a Maria Zarba le avrebbero procurato la rottura della scatola cranica e sarebbe stata una morte quasi immediata. Il medico legale incaricato dalla Pm, Giulia Bisello, avrà bisogna ancora di tempo per approfondire l'esame e poi consegnare la perizia alla Procura.
Sul fronte investigativo, le telecamere di videosorveglianza avrebbero dato elementi importanti per la ricostruzione di quanto accaduto nella serata dell'11 ottobre, a Ragusa. Maria Zarba 66 anni, è stata trovata morta nella sua abitazione, massacrata, in un lago di sangue, alle 20, quando il nipote che viveva con lei era rientrato in casa dopo il lavoro. L'unico indagato per l'assassinio della donna è l'ex marito 74enne, Giuseppe Panascia, per il quale il gip Ivano Infarinato ha convalidato il fermo del pm Giulia Bisello, disponendo la custodia in carcere. Il giorno della morte, i circuiti avrebbero registrato accessi ed uscite dall'abitazione, 'cristallizzando' cosi' una linea del tempo che lascerebbe pochi dubbi agli investigatori della Squadra mobile e della Scientifica del Gabinetto di Palermo, specializzato in crimini violenti, coordinati dal capo della Mobile iblea Nino Ciavola. La donna al mattino era uscita, per fare qualche commissione, forse un passaggio in chiesa ed era rientrata prima di pranzo, passando per piazza Matteotti. A casa ha trovato il marito, con il quale con buona probabilità aveva poi pranzato. Nel pomeriggio l'uomo sarebbe uscito e rientrato a casa, per poi uscire una seconda volta in un arco temporale di circa un'ora e con una tempistica compatibile al delitto, tra le 17,30 e le 18,30-19. La seconda volta però l'uomo avrebbe avuto tra le mani qualcosa: forse l'arma del delitto e una borsa-marsupio nella quale poteva esserci qualcosa. Avrebbe usato la macchina bianca, sulla quale i rilievi della Scientifica avrebbero accertato la presenza di tracce ematiche, sulla portiera e all'interno dell'auto stessa. Acquisite anche le immagini di altri impianti per ricostruire i percorsi dell'uomo. Compito difficile quello del difensore dell'indagato, l'avvocato Valentino Coria; l'anziano continua a professarsi estraneo al delitto. Intanto, il cadavere della donna, dopo l'effettuazione degli esami autoptici da parte del medico indicato dalla procura, Giuseppe Iuvara, e del consulente di parte Vincenzo Cilia, indicato dall'imputato, e' ancora sotto sequestro.