L'omicidio di Maria Zarba a Ragusa, l'assassino ha le ore contate
L'assassino di Mariza Zarba potrebbe avere le ore contate. Ne sono certi gli investigatori della squadra mobile di Siracusa, che hanno indagato per tutta la notte dopo il femminicidio della donna. Il delitto - secondo la polizia - sarebbe avvenuto nell'ambito familiare. Ci sono gli ultimi dettagli da verificare e le risultanze della registrazione di una telecamera posizionata in via Odierna 51, nel Centro storico di Ragusa, a pochi passi dal Municipio. I sospetti maggiori degli investigatori e della pm, sono sul marito della donna che non viveva nello stesso tetto coniugale.
Resta ancora non chiarito il movente del delitto, anche se la polizia ritiene di potere escludere la rapina. Sono stati sentiti familiari e conoscenti della vittima per ricostruire la sua personalità, frequentazioni e se aveva avuto contrasti con qualcuno che lei conosceva. Si stanno visionando le riprese di telecamere di sicurezza presenti nella zona. Sposata con un ex tecnico di laboratorio del liceo classico di 74 anni, aveva quattro figli, due maschi e due femmine, che abitano lontani da Ragusa da anni per motivi di lavoro. Con lei viveva un nipote che ieri sera, al rientro dal lavoro, ha trovato la nonna riversa per terra in una pozza di sangue nella stanza adibita a soggiorno-cucina. Ha urlato per il dolore e alcuni vicini lo hanno sentito e sono usciti in strada. E' intervenuto personale del 118, ma la donna era già deceduta. Maria Zarba era molto conosciuta nel suo rione perché era una ministrante e, da laica, portava la comunione alle persone malate. Le indagini della squadra mobile sono coordinate dal sostituto procuratore di Ragusa Giulia Bisello."Stiamo assemblando tutti gli elementi a disposizione e in mattinata contiamo di chiudere il cerchio per fare piena luce su quest'omicidio". Lo dice il questore di Ragusa, Salvatore La Rosa, sull'assassinio di Maria Zarba. L'omicidio commesso all'interno di una abitazione e mentre la donna era sola non aiuta la ricostruzione del quadro indiziario, ma la polizia, con personale della squadra mobile, sta raccogliendo indizi per risolvere il caso. La pista privilegiata sarebbe quella della sfera personale della vittima.
"Purtroppo i femminicidi continuano indisturbati, spesso perché la parola della donna vale meno di quella degli uomini, purtroppo per ragioni culturali, ma anche perché quando le donne si trovano a vivere in un contesto violento non hanno i mezzi per andare via e farsi un'altra vita. Bisogna ripartire dal lavoro perché è uno strumento necessario per la libertà delle persone e delle donne". L'ha detto Laura Boldrini - a Palermo per illustrare il suo progetto "Forza ragazze, al lavoro" - parlando dell'omicidio avvenuto ieri ieri a Ragusa.