Torino, studenti bruciano manichini di Salvini e Di Maio
Manichini raffiguranti i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati bruciati dagli studenti che manifestano a Torino scandendo slogan contro il governo. Sui lampioni di piazza Castello, dove sono arrivati in corteo, sono state attaccate alcune foto dei leader di Lega e Movimento 5 Stelle col volto imbrattato di vernice rossa. La zona della protesta, di fronte agli uffici della prefettura, è presidiata da polizia e carabinieri.
"Oggi siamo in piazza perché subiamo l'ingiustizia quotidiana di costi economici insostenibili per studiare. La manovra finanziaria annunciata dal Governo ignora i problemi degli studenti, non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o per la ricerca. Da Nord a Sud, saremo in stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università finché non avremo risposte risposte concrete dal Governo nazionale mentre ad oggi Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche". Così Giacomo Cossu, Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. "Questo non è cambiamento - aggiunge - vediamo infatti il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi. Per noi giovani mancano le risorse e mancano provvedimenti concreti per contrastare la precarietà nel mercato del lavoro. Il 'cambiamento' tanto propagandato sembra in netta continuità per il passato, perché é assente un progetto di rilancio dello sviluppo sostenibile per il nostro Paese".
Studenti in piazza a Roma, traffico in tilt - Studenti in piazza oggi a Roma per il diritto allo studio e la sicurezza nella scuola. Al grido "#Chihapaura di cambiare? Noi no!" è iniziata la manifestazione a piazzale Ostiense. Circa tremila i partecipanti attesi. La protesta è stata organizzata dall'Unione degli studenti, Rete degli studenti medi e Fronte Gioventù Comunista. Gli studenti hanno acceso fumogeni. Si registrano forti disagi al traffico in zona.
"Questa mattina, migliaia di studenti sono scesi in piazza al grido "#Chihapaura di cambiare? Noi no!". Con i volti coperti dalle maschere di Dalì, come i protagonisti del telefilm "La casa di carta", con un flash mob a Roma davanti a Piramide in prima mattinata, nelle piazze di tutta Italia si sono fatti portatori di un messaggio di riscatto nei confronti di una politica che da sempre fa i suoi interessi sulla loro pelle". A dirlo è Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi, che dichiara: "Ci volevano soldati e passivi, ci hanno trovati nelle piazze. Non possiamo più accettare che questo governo si riempia la bocca di parole come "cambiamento", per poi offrire solo regresso. Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi dieci anni ha subito tagli per più di 8 miliardi e che non riesce più ad essere strumento di formazione e crescita delle nuove generazioni: lo provano i 150mila studenti che ogni anno abbandonano gli studi". Continua Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell'Unione degli Universitari: "Il governo sta dimostrando ogni giorno la sua incapacità di mettere in campo azioni concrete per risollevare la condizione dell'istruzione pubblica italiana: sull'Università non c'è alcuna proposta reale per incrementare il finanziamento ordinario del sistema universitario o per superare il numero chiuso, ma solamente annunci e slogan. Tutto questo, insieme alla nomina di Valditara, mente dei tagli Gelmini, a Capo Dipartimento, evidenzia una preoccupante mancanza di prospettiva sul tema. Oggi siamo in piazza per rivendicare e lottare per un'altra idea di Paese, che rimetta al centro la scuola e l'Università e che investa sulle giovani generazioni". I giovani annunciano per il 16 e il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, nuove mobilitazioni.
Studenti in piazza a Torino per il cambiamento - Centinaia di studenti sono scesi in strada, a Torino, per protestare "contro razzismo, finto governo del cambiamento e disuguaglianze". Il corteo, promosso dagli Studenti Indipendenti, è partito da piazza Arbarello e sfila per le vie del centro città per raggiungere piazza Castello. Davanti al Miur, in corso Vittorio, i ragazzi hanno bruciato una telecamera di cartone posta sopra dei mattoni. "I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni - spiegano - Le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci". "Dalle scuole all'università costruiamo una società multiculturale che educhi alle diversità a partire dai luoghi del sapere", scrivono su Facebook gli organizzatori della manifestazione. Tanti i cartelli contro il governo: "Lega Salvini e lascialo legato", "Una scuola sicura è antirazzista è antifascista".