Affitti truccati a Ispica per favorire gli immigrati: cinque arresti
Operazione "Affittopoli": decine di stranieri regolarizzati con affitti falsi nel Ragusano. Cinque le misure cautelari eseguite dai carabinieri: due agli arresti, tre all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina a scopo di lucro. L'indagine, condotta dalla stazione di Ispica, ha preso le mosse da una segnalazione ricevuta dall'Arma in merito ad un numero rilevante di richieste di iscrizione all'anagrafe della popolazione residente nel Comune di Ispica, presentate da cittadini principalmente provenienti da paesi del nord Africa ed impegnati, in buona parte, nelle attivita' di raccolta di ortaggi e frutta nel territorio ibleo. Tali iscrizioni, che erano possibili con la presentazione di regolare contratto di locazione di un immobile, rappresentavano la condizione necessaria per la regolarizzazione sul territorio dello Stato, con la concessione del rinnovo del permesso di soggiorno da parte dell'ufficio immigrazione della questura di Ragusa. Gli stranieri, infatti, avevano presentato numerose richieste di iscrizione all'anagrafe, indicando come luogo di residenza alcuni alloggi presenti in una frazione marinara della cittadina, e il primo sospetto er sollevato dal fatto che contemporaneamente negli appartamenti avrebbero dovuto risiedere un numero ingente di stranieri. L'indagine e', quindi, scattata nel 2017, sotto la direzione ed il coordinamento della procura della Repubblica di Ragusa, e ha innanzitutto valutato la quantita' di contratti di affitto sottoscritti con la presenza in abitazioni di diversi stranieri nello stesso periodo; il successivo passaggio della ricostruzione del reato e' stato effettuato analizzando i documenti presentati all'anagrafe comunale di Ispica, dove gli extracomunitari presentavano il contratto di affitto fittizio per ottenere la residenza. Al termine del percorso, vi era la richiesta in questura di rinnovare il permesso di soggiorno. Tutti gli stranieri sentiti hanno confermato ai carabinieri il fatto che con gli indagati hanno stipulato contratti fittizi di affitto di appartamenti nella zona marinara della Marza ed in un caso in un'abitazione del centro cittadino, dietro compenso che oscillava dai 300 ai 500 euro. I successivi sopralluoghi compiuti con documentazione video-fotografica hanno dimostrato che gli appartamenti erano a volte privi di infissi e degli allacci alle utenze di luce e acqua. Le menti del sistema, organizzato da 4 italiani residenti a Ispica e da un cittadino tunisino, che in alcuni casi ha svolto l'attivita' di intermediario, erano Paolo Iozzia, 43 anni, e Giorgio Caccamo, 50 anni, entrambi con numerosi precedenti penali. Sottoposti all'obbligo di presentazione un 57enne e un 51enne italiani e un 53enne tunisino. L'intera indagine si e' concentrata su un arco temporale che va dal dicembre 2014 all'agosto 2017, ed ha riscontrato circa 30 stranieri regolarizzati secondo questo sistema. I provvedimenti relativi ai due arresti domiciliari e ai tre obblighi di firma, sono stati disposti dal gip Claudio Maggioni, su richiesta del pm Andrea Sodani. "Un extracomunitario al suo ingresso in Italia - ha spiegato il comandante della Compagnia di Modica, Francesco Ferrante - puo' richiedere asilo politico, ricongiungimento familiare o puo' anche rappresentare allo Stato tramite le questure, la necessita' di svolgere lavoro. Se le richieste entrano nel numero del decreto flussi, la sua domanda sfocia in un permesso di soggiorno e puo' essere accettata. Nella fase di rinnovo, lo straniero poi deve dimostrare allo Stato, una stabile dimora all'interno del territorio nazionale per evitare che si trovi in situazione di clandestinita'. E qui si innesta il meccanismo fraudolento". Un dirigente del Comune di Ispica avrebbe verificato che nello stesso periodo in una abitazione piccolissima, senza acqua ne' luce, erano registrati fino a dieci migranti. Spesso le abitazioni erano in zone periferiche come Marina di Marza, Santa Maria del Focallo e in un caso, nel centro storico di Ispica. Il tunisino era punto di riferimento della comunita' nordafricana, fungeva da intermediario con i connazionali che avevano necessita' di aggiornare i loro documenti e che erano impegnati nelle campagne agrarie della fascia costiera trasformata. Il costo della 'pratica' era di 300-500 euro a persona. Un giro che ammonterebbe a qualche decina di migliaia di euro e che e' stato capace di eludere i controlli fino ad oggi. Il tenente colonnello Federico Reginato, comandante provinciale dell'Arma, ha voluto sottolineare il tema del "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, tema delicato e importante in questa fase storica del Paese".