Roma, uccise la compagna per gelosia: 30 anni
Trenta anni di reclusione per aver ucciso, per banali motivi di gelosia, la sua compagna, la 47enne Michela Di Pompeo, insegnante presso la Deutsche Schule di Roma, che prima di essere massacrata con un manubrio da palestra venne strangolata mentre dormiva nell'appartamento della coppia in via del Babuino. È la sentenza che il gup Elvira Tamburelli ha emesso nei confronti di Francesco Carrieri, direttore di banca di 56 anni, al termine del giudizio con rito abbreviato. La vicenda risale al primo maggio dello scorso anno. Il giudice ha anche disposto a carico dell'imputato il sequestro del suo tfr e dei conti correnti bancari in vista di un risarcimento danni da destinare al fratello e ai genitori della vittima che però dovrà essere definito in sede civile. "In questo momento non c'è felicità né gioia - ha detto Luca Di Pompeo, assistito dall'avvocato di parte civile Luca Petrucci - perché nessuno potrà restituirci mia sorella Michela. Ma abbiamo la consapevolezza che con questa sentenza ì stata fatta giustizia". La condanna a 30 anni era stata sollecitata nella precedente udienza dal pm Pantaleo Polifemo, che mesi prima si era pronunciato per una richiesta più morbida (appena 12 anni di reclusione per omicidio volontario, senza aggravanti e con l'attenuante della seminfermità mentale dovuta a un disturbo bipolare grave). Decisiva invece ì stata la perizia, disposta dallo stesso gup su richiesta della parte civile, secondo cui Carrieri ì risultato 'capace di intendere e di volere al momento del fatto'. Per questa ragione il pm ha riformulato la sua richiesta di condanna senza più riconoscere all'imputato alcuna attenuante.