L'omicidio del bracciante agricolo a Licata, fermato presunto killer
I carabinieri di Agrigento hanno fermato un 61enne di Ravanusa per l'omicidio di Angelo Carità. Il bracciante agricolo, anche lui di 61 anni, venne ucciso a Licata nel giorno di Pasquetta, il 2 aprile scorso, con colpi d'arma da fuoco per strada. Da accertare il movente. I militari sono arrivati all'uomo dopo sei mesi di indagini, coordinate dalla Procura. Oltre alle immagini registrate dalle telecamere di video-sorveglianza fondamentale è stato il ritrovamento, durante una perquisizione, di un giubbotto sul quale i carabinieri del Ris hanno ritrovato tracce di sangue riconducibili ad Angelo Carità. Orazio Cavallaro ha agito su commissione, e' stato un killer pagato da qualcuno oppure ha ucciso per ricambiare un favore". Il procuratore Luigi Patronaggio ha ricostruito cosi' i retroscena dell'omicidio di Angelo Carita', freddato a colpi di pistola per strada, a Licata, in provincia di Agrigento, il giorno di Pasquetta. Cavallaro, pregiudicato e sorvegliato speciale, avrebbe preso un'auto dei familiari e sarebbe andato a uccidere Carita' allungando la mano dal finestrino e sparando all'indirizzo del licatese, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giovanni Brunetto. "Nel corso delle intercettazioni - ha spiegato il procuratore aggiunto Salvatore Vella che, insieme al pm Simona Faga e al tenente colonnello Rodrigo Micucci, comandante del reparto operativo, ha illustrato i dettagli dell'operazione - e' emerso un collegamento con il primo omicidio commesso dalla vittima. Stiamo sviluppando questa pista investigativa". I carabinieri hanno visionato le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona per ore, fino a scoprire il passaggio di Cavallaro a bordo di un'auto presa in prestito dai familiari. "Peraltro - ha aggiunto Vella - non poteva guidare essendo sottoposto alla sorveglianza speciale per via di vecchi precedenti per armi". Gli inquirenti hanno inchiodato Cavallaro sulla base di altri due elementi. "In una conversazione intercettata e da altri elementi investigativi sono emersi dei punti in comune con il precedente omicidio. Su questo aspetto ci sono indagini in corso, al momento sappiamo che ha agito su commissione di qualcuno ma non ci sono altri indagati per questo fatto. Ci sono due indagati per favoreggiamento, - ha spiegato il procuratore aggiunto - perche' durante le indagini hanno cercato di sviarci". L'elemento decisivo che porta al fermo del sessantunenne di Ravanusa, bloccato perche' si temeva potesse fuggire in Germania, e' il ritrovamento di un giubbotto con le tracce di sangue della vittima".